TUTTE LE CIFRE
Dentro ci sono 2,68 miliardi di spesa corrente, cui vanno aggiunti 160 milioni di oneri sottostimati, e altri 150 milioni di spesa occasionale ma ricorrente. Inoltre 1,31 miliardi per rifiuti e trasporto pubblico locale, oltre a 160 milioni di maggiori costi Atac. Siccome le entrate, si legge nel documento, sono 4,02 miliardi in media, significa che ogni anno Roma produce un “buco” di 440 milioni. In realtà, questo passivo è ancora più alto se si passa dalla spesa storica ai fabbisogni standard.
I FABBISOGNI
Il concetto è semplice: quanto dovrebbe spendere Roma per fornire i suoi servizi se li pagasse quanto un’amministrazione efficiente? Il conteggio, effettuato utilizzando i dati del Copaff, la commissione tecnica per il federalismo, dice che applicando i fabbisogni standard la spesa di Roma dovrebbe essere di 3,91 miliardi l’anno. Questo significa anche che, ogni anno, i soldi che mancano in cassa al Campidoglio non sono 440 milioni, bensì 550 milioni. Per parte sua il governo ha concesso a Roma 110 milioni di contributo extra per i costi che la città deve sostenere per il suo ruolo di Capitale d’Italia (manifestazioni, polizia, Vaticano e quant’altro la sede di rappresentanza dell’Italia richiede). Restano però pur sempre da coprire i restanti 440 milioni di euro del buco medio per portare a pareggio i conti. Soldi che Roma dovrebbe recuperare attraverso un profondo piano di revisione e di tagli alla spesa, peraltro già varato e che il commissario Francesco Tronca ha già cominciato ad attuare.
LA SPENDING REVIEW
La spending review prevista è draconiana. Ci sono, per esempio, tagli di 250 milioni ai contratti di servizio delle società di trasporto locale e rifiuti. E poi: ben 21 milioni al settore sociale, 25 milioni agli affitti, 43 milioni alle utenze. In realtà, nella Capitale c’è un altro problema grande quanto una casa: non si investe da molto tempo. Data la struttura del bilancio sempre al limite del dissesto, la scelta negli anni passati è stata di azzerare quasi del tutto la spesa in conto capitale. Ma sono gli investimenti in strade, trasporti, rifiuti, a garantire la vivibilità di una città. A Milano, per esempio, il 54% delle spese totali sono per investimenti. A Roma solo il 5%. Questo comporta delle gravi anomalie. Nella Capitale, solo per fare un esempio, gli investimenti per viabilità e trasporti ammontano soltanto a 16.784 euro a chilometro; a Milano sono di 909 mila euro. Per i suoi 4.407 ettari di verde, Roma spende 248 mila euro a ettaro; Milano 443 mila euro. Tagliare gli sprechi e rimettere in ordine nei conti è un passo necessario. Ma non è sufficiente. Serve anche altro, tornare a investire.
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