Cinquanta anni fa il rogo di Primavalle. È il 16 aprile 1973. Sono le 3.20 di lunedì quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani di Potere Operaio lascia davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. Attivano la miccia e fuggono via. Qualche secondo e poi lo scoppio, potentissimo.
Rogo di Primavalle, 50 anni fa
La porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa. È l'appartamento di un ex netturbino, Mario Mattei, che all'epoca aveva 48 anni, segretario della sezione 'Giarabub' del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa.
Antonella Mattei: «50 anni di ingiustizie»
«Quello che ha vissuto la mia famiglia è stata barbarie umana, un atto di vigliaccheria che nessuno dovrebbe mai vivere». Antonella Mattei, sorella di Virgilio e Stefano morti il 16 aprile 1973 nel rogo della loro casa a Primavalle, a cinquant'anni da quella notte continua a portare avanti la memoria dei suoi fratelli. «Io tramando la memoria ai giovani: si può avere un'idea politica ma questo non può suscitare un rancore, una rabbia così. La politica non può portare dei soggetti a fare un atto tanto vile. Nessuno - sottolinea all'Adnkronos - deve rivivere la malvagità che abbiamo vissuto noi. Un bambino, come era mio fratello Stefano, non può morire per un ideale politico di un avversario. Neanche sapeva cosa avrebbe fatto nella vita, aveva diritto a crescere, a vivere come anche Virgilio». «Noi non abbiamo avuto giustizia e chi ha ucciso i miei fratelli è stato condannato ma non ha mia pagato e non ha mai chiesto scusa. Ma vado avanti nella memoria di Stefano e Virgilio: alberi, strade, giardini, targhe, murales con il loro nome in tutta Italia. Tutti devono conoscere la loro storia, quando non si parlerà più di loro avremo perso la memoria», sottolinea Antonella Mattei che condivide questo percorso con il figlio Federico, di 24 anni, autore di un libro che sarà pubblicato nei prossimi giorni dove racconta dal suo punto di vista la storia della sua famiglia. «Di quella notte ricordo tutto, mi ha salvato mia madre mentre mio padre cercava di salvare le mie sorelle e i miei fratelli. Ho vissuto a metà dopo quella notte, mi chiedevo perché io mi ero salvata e loro no, mio padre», Mario, segretario della sezione del Msi nel quartiere alla periferia di Roma «ha vissuto il resto della sua vita con i sensi di colpa». La casa in via Bernardo di Bibbiena c'è ancora. «Vado lì la guardo da giù, domani sarò lì per ricordarlo insieme alle istituzioni». Anche il Senato ha ricordato nei giorni scorsi la strage di Primavalle. «Un ricordo bipartisan che mi ha fatto piacere, lo trovo giusto, tutti devono ricordare».