Truffa all'Europa con i fondi rurali, sono quattro le condanne

Truffa all'Europa con i fondi rurali, sono quattro le condanne
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Mercoledì 28 Luglio 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 02:56

RIETI - Quattro condanne per truffa aggravata e falsità ideologica, accompagnate da un alto numero di prescrizioni, riferite ad altrettanti capi di imputazione contestati per gli stessi reati, nonché diverse assoluzioni con diverse formule, hanno fatto calare il sipario sul processo di primo grado relativo ai fondi concessi dall’Ue tramite la Regione a imprese agricole del Reatino per sviluppare e incentivare l’attività rurale.

Diciassette gli imputati comparsi in aula e la pena più severa, tre anni (uno in meno rispetto alla richiesta della procura) ha riguardato Mario Brentegani, 53 anni, il geometra che in qualità di progettista e direttore dei lavori aveva predisposto le relazioni favorevoli al conseguimento da parte di quattro aziende agricole di Poggio Bustone, Longone Sabino, Morro e Colli sul Velino, dei finanziamenti erogati dall’assessorato regionale all’Agricoltura. 
La figura di Brentegani è risultata centrale nella ricostruzione della vicenda perché è a lui, secondo le risultanze dibattimentali, che si rivolgevano i titolari delle società per istruire le pratiche da sottoporre, poi, alla verifica della sede decentrata di Rieti dell’assessorato.

E proprio l’iter sarebbe stato caratterizzato, ha sostenuto il pm Lorenzo Francia, da false attestazioni sulla regolarità urbanistica degli immobili, dalla predisposizione di fascicoli con dichiarazioni e indicazioni tecniche fittizie, oltre a “nascondere” l’esistenza di vincoli paesaggistici sui terreni interessati che avrebbero bloccato la concessione dei soldi.

Un sistema complesso, che il tribunale ha cercato di ricostruire attraverso molte testimonianze e gli elementi raccolti dall’ex Forestale (l’indagine è precedente all’assorbimento del Corpo nell’Arma), di fronte al quale, va detto, il geometra (difeso dall’avvocato Luca Pizzoli, pronto a ricorrere in appello contro la condanna), si è difeso negando ogni accusa e cercando di accreditare la regolarità del proprio operato. 

L'inchiesta. Alle procedure irregolari, l’inchiesta denominata “Castelli di carte”, erano stati collegati funzionari dell’Assessorato all’Agricoltura incaricati di eseguire i controlli, ma, come nel caso di Mita Minelli (difesa dall’avvocato Ermanno Mancini), non sono emerse responsabilità ed è arrivata l’assoluzione piena. Condannato a 2 anni e 7 mesi, invece, l’agronomo Mario Marchili, autore di relazioni sull’operatività di aziende che non sarebbero risultate corrispondenti alla realtà, e sentenza articolata per Giuseppe Martellucci, amministratore della Zootecnica Sala, difeso dall’avvocato Eusebio Graziosi: prescrizione per truffa e falso ideologico, ma assoluzione «perché il fatto non sussiste» in relazione alla terza imputazione di tentata truffa, il tutto riferito a un contributo erogato dalla Regione per l’attività rurale e solo parzialmente incassato. In sede di udienza preliminare, avevano poi patteggiato la pena (due anni) le titolari di un’azienda agricola del Montepiano Reatino (assistite dall’avvocato Emanuele Chiarinelli), mentre altre due condanne minori, con la sospensione della pena, hanno riguardato altrettanti tecnici comunali.

Confiscati beni immobili e somme. Ha fatto discutere gli avvocati, e sarà oggetto di ricorso, la confisca ordinata dal giudice monocratico Carlo Sabatini, di beni immobili e somme per un totale complessivo di 553 mila euro nei confronti di sei imputati (alcuni assolti per prescrizione), mentre il tribunale ha disposto il dissequestro e la restituzione di quanto confiscato ai titolari di una delle aziende coinvolte, anche loro assolti per prescrizione.

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