Truffa all'Europa con i fondi rurali: chieste sette condanne, ci sono tre reatini eccellenti

Truffa all'Europa con i fondi rurali: chieste sette condanne, ci sono tre reatini eccellenti
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Venerdì 23 Luglio 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 01:44

RIETI - Sette condanne e otto assoluzioni (cinque per prescrizione) sono state sollecitate in tribunale dal pubblico ministero, Lorenzo Francia, al processo per la truffa dei fondi rurali che, nel 2018, quattro anni dopo l’inizio dell’inchiesta risalente al 2014, portò al rinvio a giudizio di quindici imputati, accusati a vario titolo di truffa aggravata, falsità ideologica e numerose violazioni urbanistiche e ambientali.

L’inchiesta denominata “Castelli di carte”, condotta dalla Forestale, consentì alla procura di fare luce su un sistema che aveva consentito ad alcuni imprenditori e titolari di aziende agricole di ottenere in modo illegittimo i contributi a fondo perduto stanziati dall’Unione europea ed erogati attraverso la sede decentrata di Rieti dell’assessorato regionale all’Agricoltura, destinati a incentivare le attività rurali. 

L'accusa. Secondo l’accusa, le pratiche erano state viziate da falsi rapporti redatti dai tecnici, attestanti la regolarità dei progetti, per consentire alle aziende di beneficiare degli aiuti. Tre gli imputati principali del processo, colpiti all’inizio da misure cautelari, a iniziare da Andrea Brentegani, ispettore dell’Asl Rieti, chiamato in causa in veste di libero professionista in quanto, come progettista e direttore dei lavori, aveva predisposto gli elaborati allegati alle domande presentate da alcune imprese in cui si attestava che avevano i requisiti in regola per accedere ai contributi. Nei suoi confronti, il pm Francia ha chiesto quattro anni di reclusione, oltre all’assoluzione per prescrizione da altri sedici capi di imputazione, quindi due anni per tentata truffa sono stati sollecitati per l’imprenditore Giuseppe Martellucci (assoluzione per prescrizione da altri due episodi contestati di truffa aggravata e falso ideologico), amministratore della Zootecnica Sala nei cui confronti il tribunale del Riesame annullò la misura di presentazione all’autorità giudiziaria disposta dal gip, imputato in concorso con Brentegani. Infine, l’accusa ha chiesto per l’agronomo Mario Marchili tre anni, nonché la piena assoluzione per altri due episodi di truffa aggravata e falso. 

Il dottor Francia, sulla scia di quella che è stata la ricostruzione di un presunto giro truffaldino allestito ai danni della Regione, ha chiesto condanne minori per alcuni tecnici comunali, oltre a diverse assoluzioni, a partire da quella per Filippo Giuliani, responsabile unico del procedimento per la concessione di un contributo a un’azienda di Poggio Bustone, per la funzionaria Mita Minelli (entrambi per non aver commesso il fatto), e per un operaio della Zootecnica Sala (perché il fatto non sussiste o non costituisce reato), processato perché accusato di aver fornito false indicazioni alla Forestale sull’esecuzione di alcuni lavori.

Il pubblico ministero ha poi sollecitato la confisca di quanto è stato sequestrato agli imputati in termini di beni e denaro, fatta eccezione per coloro per i quali è stata chiesta la piena assoluzione. 

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