RIETI - Le Comunità montane chiedono di rivedere il blocco della ristorazione, di bar, pub, gelaterie, pasticcerie dopo le 18. Lo fanno con una nota ufficiale dell’Uncem nazionale, che trova d’accordo anche la Sabina. «Una misura che va rivista - spiegano dall’Uncem - soprattutto per i Comuni piccoli e i territori montani, dove queste attività rappresentano in moltissimi casi l’unico presidio economico, insieme a uno o pochi negozi di alimentari. Bar e ristoranti nei Comuni montani hanno saputo negli ultimi mesi riorganizzare afflussi e accessi, produzione e somministrazione. Non andavano bloccati alle 18. Si mettono a rischio anche le filiere agroalimentari. Si rivedano le chiusure, portandole almeno alle 22. Molte imprese rischiano di morire e così cresce la desertificazione commerciale».
Il risvolto locale
Da Poggio Mirteto, sede della IV Comunità Montana “Sabina”, il vicecommissario Fabrizio Cianfa spiega che sarebbe stata preferibile diversificare la misura secondo il principio che non si possono mai e poi mai accomunare le dinamiche di grandi città a quelle di centri e di paesi che, come nel caso della IV Comunità montana, non arrivano a mille abitanti. «Vi sono profonde differenze - spiega Cianfa - tra città e zone montane, nella fruizione di servizi di bar e ristoranti e i numeri sono ben diversi».