Rieti, le Comunità montane: «Sbagliato chiudere alle 18 nei piccoli centri»

Dehors (Archivio)
di Samuele Annibaldi
2 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Novembre 2020, 00:10

RIETI - Le Comunità montane chiedono di rivedere il blocco della ristorazione, di bar, pub, gelaterie, pasticcerie dopo le 18. Lo fanno con una nota ufficiale dell’Uncem nazionale, che trova d’accordo anche la Sabina. «Una misura che va rivista - spiegano dall’Uncem - soprattutto per i Comuni piccoli e i territori montani, dove queste attività rappresentano in moltissimi casi l’unico presidio economico, insieme a uno o pochi negozi di alimentari. Bar e ristoranti nei Comuni montani hanno saputo negli ultimi mesi riorganizzare afflussi e accessi, produzione e somministrazione. Non andavano bloccati alle 18. Si mettono a rischio anche le filiere agroalimentari. Si rivedano le chiusure, portandole almeno alle 22. Molte imprese rischiano di morire e così cresce la desertificazione commerciale».


Il risvolto locale
Da Poggio Mirteto, sede della IV Comunità Montana “Sabina”, il vicecommissario Fabrizio Cianfa spiega che sarebbe stata preferibile diversificare la misura secondo il principio che non si possono mai e poi mai accomunare le dinamiche di grandi città a quelle di centri e di paesi che, come nel caso della IV Comunità montana, non arrivano a mille abitanti. «Vi sono profonde differenze - spiega Cianfa - tra città e zone montane, nella fruizione di servizi di bar e ristoranti e i numeri sono ben diversi».

Da Casperia, il sindaco Marco Cossu lancia un appello: «Chiediamo al governo di far lavorare i nostri bar e ristoranti anche la sera, per due motivi. Se il servizio è ben organizzato e il titolare fa rispettare le regole, non ha senso farlo chiudere. Trattare le attività commerciali di un piccolo comune, specialmente montano, come quelle di una città metropolitana è un altro non-senso in termini di potenziale clientela e quindi rischio assembramenti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA