Rieti, Ranieri e il legame con Scopigno:
dal debutto in A con la Roma
al premio ricevuto nel 2008

Fabrizio Formichetti consegna il premio Manluo Scopigno a Claudio Ranieri nel 2008
di Christian Diociaiuti
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Martedì 3 Maggio 2016, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 09:22
RIETI – Dilly Ding, Dilly Dong. Claudio Ranieri è campione d’Inghilterra a due turni dalla fine con il Leicester. La festa scatta grazie al monday night in cui il Chelsea e l’inseguitrice dei Leicester, il Tottenham, hanno pareggiato 2-2, regalando alle Foxes il titolo della Premier.

RANIERI, RIETI, SCOPIGNO E TREBICIANI

Ma mentre sui giornali nazionali ed internazionali si sprecano gli elogi per colui che in patria era stato definito fino a non poco tempo fa un catenacciaro, c’è da sottolineare che tra il tecnico campione d’Inghilterra e Rieti c’è un legame. E indovinate chi è stato a tesserlo? Ma naturalmente Manlio Scopigno e la Scopigno Cup. Ma non solo. Ranieri, da calciatore, esordisce in A il 4 novembre 1973 in Genoa-Roma (2-1) ed a lanciarlo è il filosofo, il tecnico Manlio Scopigno che guida la Roma dalla prima alla sesta giornata prima di lasciare a Niels Liedholm. Sei gare, poi passa al Catanzaro dove diventa un riferimento.

Ma non solo Scopigno. C’è anche un ex tecnico del Rieti, come Antonio Trebiciani a fare da legame tra Rieti e Ranieri: l’allora allenatore della Roma Primavera, decide di passare Claudio Ranieri dall’attacco alla difesa, ruolo più congeniale al calciatore (all’epoca 17enne) e in cui giocherà fino alla chiusura tra le fila del Palermo. Trebiciani guidò il Rieti nella stagione 1979/1980, qualche anno dopo aver instradato il futuro allenatore del Leicester: era Serie D, quarta serie Nazionale, in cui il Rieti era stato promosso l’anno prima.

IL PREMIO SCOPIGNO

Ma il legame si rinsalda grazie alla Scopigno Cup: figura anche il nome dell’allora tecnico della Juventus nell’albo d’oro del Premio Scopigno per il miglior allenatore di Serie A. Questa la motivazione: “Un lontano 4 novembre del 1973, un giovane difensore di belle speranze faceva il suo esordio in serie A con la maglia della Roma. Si trattava di Claudio Ranieri, che esordiva con la casacca della Roma contro il Genoa a Marassi. Sulla panchina capitolina sedeva Manlio Scopigno che aveva intravisto in quel ragazzo gentile ed educato le doti del bravo difensore. È bello vedere che, a distanza di 35 anni, le strade di Scopigno e Ranieri si riuniscono con il premio dedicato al tecnico reatino. Ranieri merita il riconoscimento per aver riportato, nel più breve tempo possibile, la Juventus nel calcio che le compete e per averlo fatto nel modo in cui tutti, tifosi e addetti ai lavori, lo hanno apprezzato in questi anni: con competenza e signorilità. Sono state tanti gli accorgimenti e molte le brillanti intuizioni che l’allenatore dei bianconeri ha regalato al torneo: su tutte, lo spostamento di Chiellini al centro della difesa. Straordinaria, inoltre, la capacità del tecnico di saper lavorare sia con i campioni che con i giovani e anche i gregari. Il premio Scopigno, però, oltre ai risultati sportivi richiede anche delle doti non comuni: quelle della sportività e dell’astensione da qualsiasi tipo di polemica gratuita. Anche in questo, Ranieri si è distinto, tenendosi lontano, come suo stile, da qualsiasi discussione anche quando le circostanze potevano richiederlo”.

L’ELOGIO DI FORMICHETTI

“Sono veramente felice per Ranieri che ho avuto modo di conoscere in occasione della cerimonia di consegna a lui del Premio Manlio Scopigno 2008 - ha detto il patron della Scopigno Cup, Fabrizio Formichetti su facebook - Una persona molto educata e competente… un vero gentleman, che come il suo maestro Scopigno a cui è rimasto legato e riuscito a centrare’un impresa storica con la conquista della Premier League. Complimenti al mister orgoglio di tutti gli Italiani”.
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