RIETI - Sulla morte di Cecilia Marottoli, studentessa 23enne aquilana, volontaria della Croce rossa, deceduta nel luglio 2019 a seguito di un incidente stradale, regge in udienza preliminare, l’imputazione alternativa per omicidio stradale per l’uomo che era con lei, Francesco Serani, 35enne di Rieti, residente ad Antrodoco, che ora dovrà affrontare il processo, da febbraio.
La vicenda. L’incidente avvenne in una zona sterrata, tra Rocca di Corno e Piano della Mozza. Sotto accusa dalla Procura, la velocità del conducente nell’affrontare un tratto in discesa, con pendenza tra 10 e 12%. Non solo. Il fuoristrada, una Toyota Land cruiser, non era stato revisionato al momento dell’infortunio, ma modificato in assenza del nullaosta della casa costruttrice, in violazione del Codice della strada. Particolare evidenziato dai legali dei genitori di Cecilia, gli avvocati Teresa Di Rocco e Antonio Valentini, che hanno sollevato fin dall’inizio una importante negligenza del ragazzo.
Aderendo alle tesi dei due legali, il Gup del tribunale di Rieti ha ipotizzato due strade: l’una che il veicolo fosse condotto dall’indagato, l’altra dalla vittima, come sostenuto dallo stesso giovane e dai carabinieri. Sul punto non c’è certezza assoluta. Un’alternativa, appunto, che pone però Serani ugualmente responsabile della morte della sua amica, in quanto non le avrebbe potuto e dovuto far guidare un mezzo modificato perché inesperta anche del tratto di strada sterrata e impervio che si stava percorrendo, per di più con un fuoristrada non revisionato. Gli pneumatici risultavano più grandi rispetto al documento di circolazione e anche il motore era stato sovra-alimentato. Chi era alla guida ha perso il controllo e il fuoristrada, dopo un salto di circa 13 metri, cadde al suolo per poi rimbalzare e compiere una rotazione, capovolgendosi.