LA RIFLESSIONE
Francesca non aveva mai pensato di rendere pubblico un epistolario così intimo. È a quasi trent'anni dalla morte di Enzo che ha deciso di trasformare la propria esperienza in una battaglia per la giustizia. È quello che scrive tutte le volte che firma il suo libro: «Perché tutti sappiano, tutti conoscano, e nessuno dimentichi». Un volume che nasce dall'incontro tra Francesca e la Fondazione Enzo Tortora con l'Unione delle Camere penali italiane e si propone come una continuazione della battaglia politica che Tortora ha combattuto fino all'ultimo insieme al Partito Radicale. Ma oltre ad una tagliente denuncia, «Lettere a Francesca» è anche un delicatissimo epistolario amoroso. È l'appello straziante di un uomo innamorato che chiede alla propria donna di stargli vicino, eppure non vuole turbarla con il racconto di troppa sofferenza. Anche in quel periodo di dolorosa incredulità per le accuse, emerge, oltre alla grande finezza culturale e letteraria di Enzo Tortora, la stessa garbata e sagace ironia che incollava milioni di telespettatori allo schermo. Una lezione per tutti.
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