Rieti, coronavirus, lo chef reatino
Alessandro Giovannelli nel
mantovano: «Ora in cig, prepariamo
la riapertura, fatto rifornimento»

Lo chef Alessandro Giovannelli
di Giulia Moroni
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Martedì 12 Maggio 2020, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 12:08

RIETI - Lo chef Alessandro Giovannelli, 29 anni di Rieti ha scelto la Provincia di Mantova per la sua professione, durante il coronavirus è rimasto il Lombardia ed ha approfittato per sistemare il locale che gestisce.

Di cosa si occupa a Mantova?
«Sono tornato ad ottobre in Italia, avevo mosso i primi passi nel mondo della cucina a Rieti, poi ho avuto l’occasione di andare a Modena, in Francia e in Belgio. Negli anni ho imparato la mia professione e ora gestisco la cucina di “Ristosalumeria” un ristorante legato al salumificio Pedrazzoli a San Giovanni del Dosso in provincia di Mantova. Ora sono in cassa integrazione come socio-lavoratore insieme ad un altro ragazzo che gestisce la sala».

Come ha vissuto la chiusura dell’attività?
«I primi giorni di marzo avevamo il ristorante pieno nel week-end, quindi fino a quando c’è stata la chiusura forzata con il primo decreto non abbiamo sentito il cambiamento dovuto al coronavirus. Avevamo molte prenotazioni in questo periodo di cerimonie, sono saltate tutte. Abbiamo deciso di prendere la quarantena senza piangerci addosso, dal giorno dopo, abbiamo ritinteggiato il locale, cambiato i pavimenti e sistemato gli spazi esterni con ombrelli nuovi».

Ha già pensato alla riapertura del locale?
«L’unica cosa che abbiamo deciso è stata quella di non fare asporto perché un ristorante non può essere gastronomia e fare l’asporto non è facile. Da quando riapriremo lo faremo un po' sotto una forma particolare che prevede la collaborazione con il cliente: cibi crudi o semi preparati con istruzioni così da casa seguendo le nostre istruzioni i clienti potranno avere un piatto di qualità e preparato al momento. Per ora attendiamo le linee guida della Regione che dovrebbero uscire tra giovedì e venerdì, fortunatamente abbiamo gli spazi grandi, per gestire le distanze e siamo forniti di tutti i dispositivi di protezione individuale. Sicuramente non riusciamo il 18 maggio però, anche il week end successivo se la Regione lo permette potremmo provare la riapertura».

Cosa le è mancato in questi mesi?
«È mancato soprattutto il fracasso del venerdì e sabato sera poi, è normale finché non c’è nessuno che ti costringe non senti la mancanza di casa, ora si faceva sentire. In questo periodo mi metteva agitazione la camionetta della protezione civile che ci invitava a rimanere a casa. Sono tornato tre giorni fa a Rieti, per salutare la famiglia ma anche procurarmi un po’ di prodotti, mi piace spesso mischiare le eccellenze che ci sono a Rieti con le ricette che faccio su, ho fatto rifornimento di birre, formaggio e olio».

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