Rieti, coronavirus: niente comunicazioni, una famiglia si mette in quarantena da sola

Laboratorio (Archivio)
di Raffaella Di Claudio
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Venerdì 13 Novembre 2020, 00:10

RIETI - Arriva un giorno che la battaglia contro il virus è appesa al senso civico delle persone. Cittadini che scoprono di essere entrati in contatto con un positivo e nonostante non abbiano ricevuto comunicazioni ufficiali da Asl e Comune sui comportamenti da assumere, si isolano, tengono in casa l’immondizia e cercano soluzioni per non rimanere senza viveri o medicinali. La faccia nascosta della pandemia, oggi, la raccontano quattro “quarantenati fantasma” che vivono a Fara Sabina. Da lunedì un loro congiunto, ora ricoverato al de Lellis, ha saputo di essere positivo al Covid-19, ma i familiari, che fino a domenica hanno condiviso lo stesso tetto con il parente, non sanno cosa devono fare. «A oggi - racconta la moglie del positivo - non ci ha contattato nessuno dalla Asl di Rieti. Essendo stato contagiato un nostro familiare eravamo convinti che le disposizioni sarebbero state immediate. Invece da lunedì non ci ha chiamato nessuno. Per senso di responsabilità e non potendo escludere che l’infezione colpisca anche noi, siamo chiusi in casa da quando mio marito ci ha comunicato l’esito del test». Ciò significa che i nominativi dei contatti stretti di quel positivo non sono stati inseriti negli elenchi dei quarantenati né sono stati comunicati ufficialmente al Coc dalla Asl e, di conseguenza, non hanno restrizioni da rispettare e servizi di assistenza di cui godere di diritto. «Per la spesa abbiamo cercato di trovare una soluzione provvisoria, contattando un negozio di zona che ci ha lasciato la spesa fuori casa - continua la signora. - L’immondizia che, da quanto sappiamo, dovrebbe essere conferita in maniera diversa, al momento la stiamo tenendo in casa, finché non mi verrà detto cosa fare. Ma questa situazione non può durare in eterno. Siamo persone serie con un grande rispetto per gli altri, quindi ce ne restiamo isolati fino a quando qualcuno non si accorgerà di noi. Ma se fossimo diversi, potremmo tranquillamente uscire perché nessuno potrebbe controllarci, visto che per le istituzioni, a oggi non esistiamo». La storia dei “quarantenati fantasma” non è l’unico tassello mancante nella mappa pandemica del Comune, dove le notizie di positività viaggiano veloci sui gruppi whatsapp delle scuole o sui post di facebook, ma si muovono lente su quelli istituzionali: gli unici che dovrebbero essere deputati a diffonderle. A Fara, ufficialmente, i positivi sono 79, ma i numeri, come nel resto della provincia, non sono ancora perfettamente allineati. Non fotografano cioè la situazione attuale del comune di Fara Sabina. A scapito della tracciabilità e di un sistema di contrasto al virus che non può basarsi solo sul buon senso.

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