Rieti, coronavirus. Mascherine fantasma:
il rebus in commissione sul web in Regione

Carmelo Tulumello
di Giacomo Cavoli
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Martedì 21 Aprile 2020, 01:30 - Ultimo aggiornamento: 18:27
RIETI - Coronavirus. Una commissione via web congiunta Bilancio e Protezione Civile durata cinque ore, dalle 10 del mattino sino alle 15 dove, nel faccia a faccia convocato dal presidente della commissione Protezione Civile, Sergio Pirozzi, si è tentato di sbrogliare la matassa del pasticcio di buona parte delle mascherine Ffp2 e Ffp3 ordinate e mai arrivate, dalla Regione Lazio alla società fornitrice EcoTech, con un anticipo di 11 milioni di euro (sui circa 35 milioni totali) attraverso le tre determine firmate dal reatino Carmelo Tulumello, direttore dell’Agenzia regionale di Protezione Civile.

Vicenda sulla quale sia la Corte dei conti che la Guardia di finanza di Roma hanno avviato due inchieste separate. In chiave reatina, sul tavolo virtuale si sono trovati così a confrontarsi Pirozzi, il consigliere regionale in quota Pd Fabio Refrigeri e Tulumello, che però non è mai intervenuto, lasciando la parola al vicepresidente della Giunta, Daniele Leodori.

Le richieste
«Sulla documentazione fornita in commissione mancano alcuni dati che avevo chiesto, come le caratteristiche tecniche dei dispositivi ordinati da tutti i fornitori, dati che la presidenza si è impegnata a fornirmi entro due giorni - racconta Pirozzi. - Ho chiesto poi quanti dispositivi, a oggi, siano stati distribuiti, visto che il grosso dell’ordine effettuato alla EcoTech riguarda le mascherine Ffp3, fondamentali per il personale in prima linea e delle quali ad oggi non ne è arrivata neanche una, mentre soltanto una società di Milano ne ha consegnate 60mila (dalla EcoTech, per ora, sono arrivate un milione e 450 mila di mascherine chirurgiche, ndr). Mi hanno risposto che forse arriveranno per il 23 aprile - prosegue Pirozzi. - Ho chiesto poi la copia delle polizze fideiussorie e a chi sono state richieste, tutta documentazione assente che dovrò avere entro due giorni. A noi dopo il terremoto non diedero alcuna deroga e qui invece chiedono garanzie fideiussorie solo dopo che arrivano le contestazioni. La mia preoccupazione è che, a oggi, in magazzino sono presenti soltanto 5.191 mascherine Ffp3 e che non siano sufficienti per il personale sanitari».

Refrigeri prova a gettare acqua sul fuoco: «È stata una commissione molto dibattuta, ma credo siano stati fugati tutti i dubbi e le opacità ed è stato riconosciuto che possono esserci state delle difficoltà che si sono verificate in tutto il mondo nell’approvvigionamento dei dispositivi - commenta Refrigeri. - È stata chiarita l’assoluta buona fede di quanto fatto e le carte che era possibile condividere sono state messe a disposizione della commissione. Credo che sia stato apprezzato il lavoro della Regione che ha 16 milioni di dispositivi nei suoi magazzini e che conta di arrivare a 20 milioni. Credo che nel Lazio non siano mai mancati i dispositivi per gli operatori sanitari, mentre Leodori ha chiarito su tutti i 105 milioni di euro di spese fatte dall’inizio dell’emergenza fino all’8 aprile, quando sono stati centralizzati tutti gli acquisti effettuati in Italia dalla struttura centrale».

Nuova interrogazione
Nel frattempo, è invece la Lega a portare avanti il capitolo interrogazioni sulla vicenda delle mascherine mancanti. Dopo la prima a risposta scritta già spedita dai consiglieri regionali del Carroccio al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, stavolta è stato il deputato leghista Francesco Zicchieri a presentare l’interrogazione con richiesta di risposta orale al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e al ministro della Salute, chiedendo se «il Governo non ritenga urgente, fatte salve le indagini della procura, acquisire elementi in merito, con particolare riguardo alla correlazione tra le 300 unità di medici e infermieri contagiati e i ritardi nell’approvvigionamento, adottando altresì iniziative volte a definire procedure efficaci per l’approvvigionamento dei presidi di sicurezza».
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