Rieti, coronavirus, Fiammetta Nisio
di ritorno dal Galles tra sculture
e musica: «Ora laurea online
ma il futuro nel Regno Unito»

Rieti, coronavirus, Fiammetta Nisio di ritorno dal Galles tra sculture e musica: «Ora laurea online ma il futuro nel Regno Unito»
di Lorenzo Quirini
6 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Aprile 2020, 12:45

RIETI - Il coronavirus ha costretto al rientro a Rieti, tra gli altri, anche moltissimi studenti dall’estero. Un caso è quello di Fiammetta Nisio, studentessa di arte all’Aberistwyth University in Galles, che continua a coltivare  la sua passione per le materie artistiche anche dal salotto di casa, svolgendo contestualmente lezioni ed esami online e cimentandosi in composizioni musicali.

Come è cominciata la sua esperienza in Galles?
«All’inizio avevo fatto domanda per moltissimi corsi artistici e non credevo che mi avrebbero presa: l’ho fatto un po’ a tempo perso. Quando però sono arrivati i risultati è stato difficile scegliere, perché tutti gli istituti mi avevano accettata; così ho optato per l’università in Galles, precisamente ad Aberystwyth, dove il mio corso di studi è Creative Arts, che riguarda diverse discipline artistiche, con un progetto semestrale da sviluppare e portare a termine per ognuna di esse».

Una formazione a 360 gradi insomma, ricorda qualche progetto in particolare?
«L'anno scorso ne ho realizzato uno che prevedeva la creazione di sculture in fil di ferro, senza però avere un'idea precisa di cosa stessi facendo, senza seguire un preciso disegno. Per l'installazione ho poi appeso queste sculture al soffitto, a diverse altezze, lasciando che le persone potessero camminarvi in mezzo guardandole da diverse angolazioni. L'idea era incentrata sulla percezione di un comune oggetto da parte di diversi individui e, non essendo la scultura un'immagine chiara o razionalmente riconoscibile, le persone avrebbero dovuto osservarla con un occhio più personale e profondo: ognuno  avrebbe visto un'immagine diversa nella stessa scultura, un po' come quando due persone fissano la stessa nuvola ma vedono due cose diverse».

Un equilibrio spezzato dall’emergenza…
«Durante questi 3 anni in Galles ne ho passate tante, ma onestamente non mi sono mai sentita così incerta e senza risorse come in questo caso. È stato come vedere l'impegno, il lavoro e l'amore coltivato per così tanto tempo crollare davanti ai miei occhi, senza avere la possibilità di far nulla per prevenire una fine del genere.
Tornare in Italia è stata una scelta non facile, mi sentivo sotto pressione per diversi motivi, ma la parte più difficile è stata sicuramente la prontezza con la quale ho dovuto affrontare tutto: il trasloco, i saluti, il viaggio ed infine l'atteso rientro. A pensarci ora neanche mi ricordo il perché mi fossi sentita così in alto mare da voler tornare, ma a contribuire è stata proprio la confusione generale nella quale nessuno sapeva dirci cosa fare. Poi si sa, nei momenti di smarrimento si torna dove ci si dimentica quella sensazione scomoda: a casa».

Prima di tornare però, ha passato qualche giorno di quarantena in Galles. Com’è stato? Ci sono delle differenze tra le misure adottate dai due Paesi?
«La chiave della differenza tra le misure adottate è che in Italia l’emergenza, purtroppo, era già in uno stato avanzato e quindi si è imparato prima a gestirla, mentre nel Regno Unito inizialmente c'era una divisione: chi aveva capito la gravità della cosa e chi invece non aveva percepito il messaggio. L’errore dei britannici, a mio dire, è stato quello di non prendere la cosa per tempo. In più, non essendo comunque il paese chiaro sulla situazione e sui casi effettivi, la gente non ha potuto rendersi conto del quadro generale: per fare un esempio, io abitavo davanti ad uno dei pub più visitati di una città universitaria, e anche quando me ne sono andata i ragazzi andavano in giro a far festa».

Una realtà che contrasta con quella reatina…
«In effetti quando sono tornata a casa mi sono resa conto della tragica situazione che fino ad allora avevo appreso solo tramite i telegiornali, ma che ho compreso pienamente solo al mio ritorno. È stato uno strano effetto: Rieti non è proprio una città vivissima, ma mai me la sarei immaginata così».

Un cambiamento che ha ovviamente interessato anche la sua routine. Le va di raccontarla?
«Sin da quando sono tornata ho cercato di non abbattermi e di non abbandonarmi alla pigrizia. Faccio almeno 40 minuti di yoga al giorno, abitudine che ho cominciato proprio in queste circostanze, poi mi divido tra studio e hobbies, seguo le lezioni e faccio ricerche mentre preparo la cantina per risistemare il laboratorio di fotografia.
Diciamo che se non studio, suono, compongo e pubblico giornalmente nella mia pagina di musica su instagram, che si chiama “itsflame” (ride)».

E sicuramente avrà mantenuto i contatti con i suoi amici del Galles…
«Ci sentiamo almeno un paio di volte a settimana, sia con i miei coinquilini, sia con i miei amici italiani che autoctoni del Galles (sorride): spero di poterli rivedere presto, anche perché mi manca Aberystwyth e mi mancano loro».

Come pensa che cambierà la quotidianità dopo l’emergenza?
«Penso che la vita, come l'abbiamo sempre conosciuta e vissuta, non tornerà e non la si percepirà mai più come prima. In futuro dovremo ricordarci di questo momento storico come ci ricordiamo delle guerre, che non abbiamo vissuto, e che però  hanno segnato il nostro presente. Teniamo sempre a mente che le nostre azioni portano conseguenze che si riflettono su tutta la comunità, sui nostri cari e solo infine su noi stessi. Seguiamo le giuste istruzioni e rimaniamo informati, così da poter un giorno raccontare quello che è stato il Coronavirus e che, così facendo, non sarà mai più».

La laurea è vicina per lei; dopo immagina il suo futuro in Galles?
«Abbiamo programmato le prove finali e continuiamo a fare lezioni online; purtroppo la cerimonia di laurea è stata rimandata a data da destinarsi, ma dovrei comunque laurearmi tramite internet (sorride)
Conto di tornare in Regno Unito e trovare lavoro per poi stabilirmi lì, ma non so ancora quando sarà possibile».

Ma Rieti sarà sempre nel suo cuore…
«Rieti rimarrà sempre il posto in cui sono cresciuta, in cui ho ricordi degli affetti più importanti della mia vita, oltreché una delle città più belle e timide che abbia mai visto, anche se trasandata ed “ostile” per certi versi.

Mi ha insegnato tante cose: ad avere una mente più aperta, essere sempre la versione migliore di me stessa, e soprattutto a non omologarmi agli altri. Le sono grata, ma purtroppo non ha e non avrà mai ciò che cerco e di cui ho bisogno; ho il presentimento che per me rimarrà sempre l'esempio lampante di casa, nonostante il rapporto alla “odi et amo”».

© RIPRODUZIONE RISERVATA