Ampia partecipazione al convegno sulla violenza di genere organizzato da Nsc e Mosap. Foto

I protagonisti
di Emanuele Faraone
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Sabato 13 Aprile 2024, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:55

RIETI - Come individuare una relazione tossica, quali strumenti adottare, risvolti penali, psicologici e giuridici e molto altro ancora nel convegno sulla violenza di genere e Codice rosso, organizzato dalle segreterie provinciali di Rieti del sindacato provinciale di polizia di stato Mosap - con il segretario Carlo Giuli - e del Nuovo sindacato carabinieri nella persona del segretario Marco D’Ascenzi che ha riscosso ampia partecipazione.

 

Numerosi i temi presi in esame tra cui provvedimenti di allontanamento d’urgenza, difesa e assistenza delle persone offese, profilo psicologico dell’aggressore e victim blaming. Il dibattito, introdotto e coordinato dall'avvocato Giuseppe Morgante ha visto il saluto dei sindaci di Rieti e Contigliano Daniele Sinibaldi e Paolo Lancia, del questore Mauro Fabozzi e del presidente dell’Ordine degli avvocati di Rieti, Attilio Francesco Ferri, nonché gli interventi di magistrati della Procura della Repubblica e del Tribunale di Rieti, della psicologa Barbara Mazzetti, la giornalista del Messaggero Camilla Mozzetti il direttore della scuola forense cittadina, Cristian Baiocchi e gli avvocati Simona Pettine e Berardo Serafini.

Il procuratore capo di Rieti, Cristina Cambi, si è soffermata sulle evoluzioni normative del Codice rosso e sulle esigenza di tutela delle donne a fronte della convenzione di Instabul ma anche sulla difesa delle persone accusate laddove, la violenza o il maltrattamento, si è poi rivelato falso se non pretestuoso ad esempio in cause di separazione o divorzi.

Poi, il magistrato in funzione Gip/Gup del tribunale di Rieti, Riccardo Giovanni Porro, ha affrontato i profili di convalida dell’arresto, la gestione di misure e aggravanti concentrandosi sugli elementi di prova che, a volte, vengono a cadere perché fondati sulla parola e ritrattati dalle vittime stesse.

Su questo si è poi inserito l’intervento della psicologa Barbara Mazzetti, a partire dalla dipendenza che si genera fra “vittima e carnefice”.

L’avvocatessa Simona Pettine invece ha delineato alcuni aspetti “critici e tecnici di applicazione” relativi alla difesa dell’indagato-imputato in merito alla riforma sul “Codice rosso”.

L’avvocato Berardo Serafini, dopo un preambolo legato “alle radici” della norma, ha centrato il proprio intervento sulla tutela legata alla prevenzione e repressione della violenza sulle persone vulnerabili.  

Ha poi concluso l’avvocato Cristian Baiocchi delineando i quattro pilastri dell’impianto legislativo sul “Codice rosso”, rammentando, al contempo, di non dimenticare mai la tutela delle garanzie dell’imputato. In Italia, ha specificato la giornalista Camilla Mozzetti, “dal primo gennaio allo scorso 7 aprile si sono contati 78 omicidi. Di questi, 28 hanno riguardato  donne e in 20 casi, stando alle indagini compiute, l’accusa è ricaduta su partner o ex compagni”. Tanti i casi di femminicidi ricordati nel corso del convegno. Dalla morte di Giulia Cecchettin al delitto di Giulia Tramontano e da qui il richiamo alla cultura e all’istruzione delle giovani generazioni.

«Siamo molto contenti della massiccia partecipazione delle varie parti sociali, dei cittadini e dei rappresentanti della guardia di finanza e della Polizia di Stato – ha detto Marco D’Ascenzi, segretario reatino del Nuovo Sindacato Carabinieri - perché è indispensabile riunire i vari attori protagonisti della lotta alle violenze di genere per capire in quale modo migliorare e rendere più efficace la protezione verso chi subisce vessazioni violenze psicologiche e fisiche prevaricazioni in genere non accettabili in una società che si dichiara civile. È stata una occasione per concentrarci sul come aiutare e rendere forti, protette e sicure quelle persone che decidono di uscire da quelle spirali di violenza che opprimono e annullano le libertà e i diritti individuali – ha concluso il sindacalista D’Ascenzi - sicuramente, come è stato evidenziato in diversi interventi, sarà necessario uno sforzo maggiore per quanto riguarda la formazione, le risorse tecniche-logistiche  da parte di tutte le istituzioni coinvolte per rendere più performante la risposta dello Stato a chiunque chieda aiuto per uscire da situazioni di sofferenza e solitudine».

«E’ stato un convegno importante in cui si è parlato di Codice Rosso e dunque di violenza di genere – dichiara Carlo Giuli, segretario provinciale Mosap Rieti – non trascorre un solo giorno che le cronache nazionali non portino notizia di femminicidi. Il quadro è decisamente allarmante – spiega – con 114 donne uccise nel 2023 e 29 in questi primi mesi del 2024». 
«Siamo sempre propensi ad organizzare eventi di questo tipo – dice invece Fabio Conestà, segretario generale Mosap – anche perché gli uomini e le donne delle forze dell’ordine sono il primo contatto che la vittima ha per denunciare la violenza subita. Negli anni abbiamo maturato una professionalità tale da accorgerci immediatamente quando una donna chiede il nostro intervento perché vittima di maltrattamenti. Sensibilità, empatia e dialogo sono gli ingredienti fondamentali per instaurare un rapporto di fiducia e aiutare le vittime a denunciare».

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