Fauna selvatica, Coldiretti Rieti chiede interventi urgenti per i danni alle aziende e alle produzioni di pregio a rischio

Fauna selvatica, Coldiretti Rieti chiede interventi urgenti per i danni alle aziende e alle produzioni di pregio a rischio
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Martedì 26 Marzo 2024, 16:35

RIETI - Raccolti dimezzati dalla presenza dei branchi di cinghiali e aggressioni agli animali negli allevamenti da parte dei lupi. Una situazione insostenibile che sta mettendo a rischio le produzioni di pregio a Rieti e provincia, come la patata di Leonessa o i tartufi, ma anche il futuro delle aziende agricole, che rischiano la chiusura. In calo anche la produzione di foraggio per gli animali, il mais e altri cereali, oltre alle ortive. A preoccupare, inoltre, è la presenza di cervi che oltre a danneggiare i raccolti, rappresentano un problema anche per la viabilità e l’incolumità degli automobilisti, così come i cinghiali. 

A denunciarlo è Coldiretti Rieti che da tempo sostiene sia necessario un monitoraggio sul territorio per valutare, insieme ai soggetti interessati, le possibili soluzioni da attuare per cercare di risolvere un problema che sta mettendo in seria difficoltà gli agricoltori. 

«Siamo preoccupati per il grave danno che i cinghiali stanno causano alle nostre produzioni – spiega il presidente di Coldiretti Rieti, Claudio Lorenzini – e lo siamo ugualmente per le continue segnalazioni che riceviamo anche in merito alle aggressioni da parte dei lupi al bestiame degli allevamenti. Tutto questo rischia di provocare la chiusura di quelle aziende maggiormente colpite, alcune delle quali sono state anche costretta a cambiare orientamento produttivo, abbandonando dopo anni alcune tra le colture che vengono maggiormente attaccate, come quelle di mais o patate.

Le nostre produzioni di pregio sono minacciate e con loro la distintività e la storia del nostro territorio». 

L’invasione di animali selvatici, oltre a rappresentare un danno per gli agricoltori mette a rischio anche le persone, spesso vittime di aggressione e gli automobilisti. La situazione peggiora ulteriormente con la siccità, che fa seccare i raccolti e asciuga i torrenti, spingendo i branchi sempre più verso i centri urbani e i litorali a caccia di cibo e di acqua. I bassi livelli dei fiumi permettono agli animali di attraversarli con più facilità aumentandone le possibilità di spostarsi da un territorio all’altro, tanto che i cinghiali sono capaci di percorrere fino a 40 chilometri alla volta. I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con evidenti rischi per la salute. 

«E’ necessario intervenire in maniera risolutiva e tempestiva – spiega il direttore di Coldiretti Rieti, Giuseppe Casu – è una situazione di estrema difficoltà per le aziende, che invece hanno bisogno di essere sostenute, anche finanziariamente per i danni che stanno subendo e di azioni concrete mettendo in campo tutti i mezzi consentiti». 

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