«Rieti 2020»: la giunta Cicchetti
rimodula gli interventi ma l'ex
assessore Ludovisi accusa:
si rischia di perdere i fondi stanziati

«Rieti 2020»: la giunta Cicchetti rimodula gli interventi ma l'ex assessore Ludovisi accusa: si rischia di perdere i fondi stanziati
di Alessandra Lancia
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Martedì 24 Aprile 2018, 04:54 - Ultimo aggiornamento: 14:03
RIETI - «Rieti 2020», l’amministrazione Cicchetti cambia verso al pacchetto di interventi programmati dalla giunta Petrangeli lungo il tratto urbano del Velino ma chiede altro tempo al governo per presentare i progetti. «A breve formalizzeremo in due delibere la rimodulazione degli interventi e la richiesta di proroga per la presentazione dei progetti definitivi: dopo il terremoto le priorità sono cambiate, ora l’obiettivo è frenare la desertificazione del centro storico», dice a Il Messaggero l’assessore all’Urbanistica Antonio Emili, di ritorno da Roma insieme al vice sindaco Daniele Sinibaldi da una riunione alla presidenza del Consiglio dedicata ai bandi per le periferie a suo tempo finanziati dal governo Gentiloni.

Rieti 2020 spiccava tra quelli approvati in coda al mandato Petrangeli, al punto da poter considerare la riqualificazione dell’asse urbano del lungo Velino come una sorta di programma di nuovo mandato, interamente finanziato con 15,5 milioni di euro per opere pubbliche e 5 milioni per un’opera privata. Curiosamente, è l’unica già in avanzata fase di realizzazione: è la mini centrale idroelettrica in costruzione (nella foto) sull’argine del fiume all’altezza del Consorzio di bonifica. Il resto fin qui è rimasto lettera morta, col rischio di perdere, col tempo che passa, anche i finanziamenti.

LE ACCUSE DI LUDOVISI
A tenere alta la bandiera di Rieti 2020 è stato in questi mesi il consigliere Giovanni Ludovisi, che da assessore ne fu promotore in un’ottica di urbanistica partecipata e che non si rassegna al silenzio e alla «burocratizzazione» dell’operazione impressa dalla giunta Cicchetti.

«Noi avevamo fatto di Rieti 2020 un processo partecipato, di riflessione condivisa sul futuro della città, loro si sono chiusi negli uffici e fuori non se ne sa più nulla. Ho saputo da altri che la convenzione tra presidenza del Consiglio dei Ministri e il Comune di Rieti è stata formalizzata e che l’8 giugno scadono i termini per i progetti definitivi – dice a Il Messaggero – Sapevamo della volontà di rimodulare alcuni degli interventi programmati da noi ma a oggi non sappiamo quali saranno cambiati né come. Quello che invece sappiamo è che non sono stati ancora affidati gli incarichi per la progettazione, e questo a un mese e mezzo dalla scadenza dei termini ci preoccupa. Rispettando la scadenza avremmo potuto già disporre del 20% del finanziamento per le progettazioni: parliamo di 3,1 milioni, non proprio bruscolini in tempi di crisi come questi».

LE ASSICURAZIONI DI EMILI
Emili non smentisce ma rassicura: «Con i tecnici del governo c’è piena intesa: avevamo posto da subito la necessità di rimodulare alcuni interventi per far fronte alle necessità dettate dal terremoto, prima fra tutti la progressiva desertificazione del centro. La convenzione è uscita e nell’incontro di oggi (ieri, ndr) abbiamo concordato tanto le modifiche da fare quanto una richiesta di proroga per i progetti. Peraltro, Rieti non è l’unica in questa situazione. E’ nostra intenzione estendere gli interventi in precedenza localizzati lungo il fiume fino a ricomprendere il centro storico, con lo scopo di migliorare accessi e dotazioni infrastrutturali, con la riqualificazione del mercato coperto e la messa in sicurezza di Ponte Cavallotti». L’opera-regina del piano originale, la riqualificazione dell’ex mattatoio, resta: «è un intervento confermato». Per il resto aspettiamo la delibera.
 
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