Ricostruzione, a fronte di 800
tra case, negozi e uffici lesionati
solo 200 le domande per i fondi
Lettera ai sindaci del cratere

Ricostruzione, a fronte di 800 tra case, negozi e uffici lesionati solo 200 le domande per i fondi Lettera ai sindaci del cratere
di Alessandra Lancia
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Marzo 2018, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 14:07
RIETI - Ricostruzione post-sisma, le domande di contributo da parte dei privati per riparare danni lievi languono, e l’Ufficio regionale di Rieti suona la sveglia a Comuni e ordini professionali. A fronte di circa 800 tra abitazioni e uffici o botteghe fin qui classificati «E» dalle schede Aedes, risultano pervenute meno di 200 domande. Un gap troppo ampio, anche se l’ultima proroga concessa ai privati scade il 30 aprile del 2018 e se si considera che per presentare schede Aedes con l’inagibilità c’è ancora tempo fino al 31 marzo.

Ma d’altronde basta guardarsi intorno: solo nel centro storico di Rieti sono pochissime le impalcature comparse intorno a edifici abbandonati dopo la scossa del 30 ottobre 2016. Molte di più sono le finestre e le serrande chiuse e senza alcuna traccia di lavori in corso. Ed è così anche nei comuni più colpiti dal sisma, dalla valle del Velino a Leonessa. Alla luce di questa situazione, dall’Ufficio Ricostruzione è partita una lettera indirizzata ai 15 sindaci del cratere e ai presidenti degli Ordini professionali di Ingegneri, Architetti e Geometri perché facciano quanto è nelle loro possibilità per accelerare la presentazione dei progetti e le richieste di contributo. Una lettera, quella che porta la firma del direttore dell’Ufficio, Stefano Fermante, molto tecnica ma che in tempi di forte polemica sui ritardi della Ricostruzione si presta anche a una lettura politica.

LA LETTERA AI SINDACI
Se i sindaci, chi più chi meno, sono da tempo sul piede di guerra contestando la complessità e farraginosità della macchina della Ricostruzione, dall’altro lato gli Uffici si trovano a registrare la lentezza con cui i privati stanno procedendo con progettazioni e richieste di contributo, pur essendo il percorso della ricostruzione per danni lievi codificato e aperto da tempo. Per la riparazione di edifici e abitazioni temporaneamente inagibili tutto poggia sulle spalle del professionista incaricato dal proprietario dell’immobile, a cui spetta l’attestazione del livello del danno, il progetto per la riparazione e la presentazione della domanda all’Ufficio Ricostruzione. Al momento della domanda si sceglie anche la banca convenzionata per l’erogazione dei finanziamenti. Per l’inizio dei lavori bisogna però aspettare il via libera della Ricostruzione, con il riconoscimento del contributo al privato. Ad oggi, a fronte delle poco meno di duecento istruttorie avviate, ne risultano concluse una decina. Da sindaci e ordini professionali l’Ufficio si aspetta un’azione di sensibilizzazione sui privati perché facciano presto a presentare le loro domande. Da parte sua Fermante garantisce la piena disponibilità degli uffici a dare il loro supporto a tecnici e privati. Purché si inizino a vedere più cantieri in giro e i primi palazzi riaperti.

FONDI DAL MINISTERO DELLO SVILUPPO
Parallelamente il ministero dello Sviluppo ha sbloccato un pacchetto di 48 milioni di euro per investimenti sul sistema industriale delle aree colpite dal terremoto. Per il reatino si parla di 6 milioni e 720mila euro, riservati a imprese pronte a realizzare investimenti produttivi o per la tutela ambientale che incrementino o almeno salvaguardino i livelli occupazionali esistenti. In particolare, la Regione Lazio ha previsto una premialità per quelle imprese che, dovendo assumere, lo facciano attingendo al bacino di disoccupati o lavoratori in mobilità residenti nei 15 comuni del cratere o che siano stati licenziati da imprese ricadenti nei 15 comuni. «Questo bando costituisce una grande opportunità per il rilancio delle aree della nostra Regione colpite dal sisma», dice il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Purché ci siano imprese pronte a coglierle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA