RIETI - Sabato mattina a Gerusalemme quando si è scatenato il massiccio attacco di Hamas contro Israele c’era anche un gruppo di turisti sabini e reatini. Stavano per recarsi in aeroporto dove alle 11 era previsto il loro volo di rientro.
«Fino a venerdì sera – racconta Luca Rotili, dipendente della Diocesi di Sabina–Poggio Mirteto e residente nella cittadina mirtense - era tutto sereno. Non c’era nulla che lasciasse presagire quello che poi è accaduto. Dovevamo stare in aeroporto alle 11, ma mentre stavamo caricando le valigie, si vedevano nel cielo le strisce dei razzi sparati da Gaza che andavano verso Tel Aviv e si sentivano le sirene urlare. Per fortuna il sistema (antimissile, ndr) Iron Dome funzionava».
Il racconto. Il gruppo composto da 19 persone, di Poggio Mirteto e Rieti, era Gerusalemme da otto giorni. «Abbiamo organizzato questo viaggio sulle tracce delle tre grandi religioni monoteiste, quella giudaica, quella islamica e la nostra, cristiana, – racconta Rotili, che insieme agli altri è riuscito ad atterrare a Roma nella tarda serata di sabato – e oltre a Gerusalemme siamo stati due giorni in Giordania. È tutto filato liscio fino a sabato mattina, quando c’è stato questo momento di alta tensione. Fortunatamente eravamo tra amici, tutte persone adulte, mature che hanno saputo gestire con tranquillità momenti difficili». A Gerusalemme cadeva lo Shabbat, e la città era deserta.
Il timore. «Noi in prima persona abbiamo vissuto solo un po’ di timore – spiega Luca - Stava tutto succedendo in quel momento. In autostrada, mentre ci dirigevamo in aeroporto c’erano posti di blocco, i controlli di sicurezza in aeroporto erano maggiori, ma tutti erano molto gentili, non pressanti, anche se c’era una situazione di massima allerta».
Una volta arrivati in aeroporto il gruppo è stato fatto imbarcare. «Siamo saliti sull’aereo – prosegue il sabino - ma siamo rimasti fermi sulla pista per circa un’ora e mezza prima di decollare.
Guerra inimmaginabile. Nessuno immaginava che sarebbe scoppiata una guerra. «È stato totalmente inaspettato – ammette Rotili - venerdì sera abbiamo mangiato alle terrazze di Gerusalemme, nei giorni precedenti abbiamo fatto la visita alle moschee della spianata, al muro del pianto dove è finita venerdì la festa di Sukkot e centinaia di migliaia di ebrei hanno affollato il muro del pianto e il quartiere ebraico. La sera siamo usciti e abbiamo fatto festa con loro, c’erano famiglie con tanti bambini. C’era grande serenità». Di colpo spazzata via.