Rieti, la sabina Jamila Laurenti vice
campionessa europea juniores:
«Ripagato l'ottimo lavoro»

Jamila Laurenti
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 18 Luglio 2019, 08:40
RIETI - Prima di lei, a livello italiano, nessuna aveva mai fatto meglio. Così, grazie all’argento conquistato nella rassegna continentale giovanile di Ostrava, in Repubblica Ceca, a 16 anni la sabina Jamila Laurenti si laurea migliore atleta femminile italiana di sempre fra gli Juniores del tennistavolo tricolore. Fino al momento della sconfitta di Jamila in finale contro la polacca Anna Wegrzyn per 4-2 (4-11, 11-4, 7-11, 11-6, 3-11, 4-11), nessun altra sua collega aveva mai raggiunto un risultato simile nella stessa categoria, indossando la maglia azzurra. Migliori di lei, in Italia, nel singolare degli Europei Giovanili, erano stati soltanto Giovanni Bisi nel 1975 e Leonardo Mutti nel 2010, entrambi oro fra i Cadetti. Poi più nulla, aspettando una nuova pioniera del medagliere italico, dove Jamila ha trascritto la firma del record.

IL RACCONTO DEL PRIMATO ITALIANO

Lo scontro con la Wegrzyn, testa di serie numero 3, non è stata una passeggiata di salute per Jamila, testa di serie numero 8: «La Wegrzyn ha un gioco particolare molto diverso dal mio, faccio fatica a gareggiare contro di lei – confida l’atleta di Montopoli, tra le fila delle Fiamme Oro - Lei gioca piano, è molto regolare, fa sempre le stesse cose ma le cambia spesso, così la palla non girava e mi sono trovata in difficoltà. La prima volta che la incontrai, al mio esordio europeo, vinsi io perché cambiai il gioco, però negli ultimi due incontri è andata un po’ peggio. Ma comunque ho fatto la mia partita, ho giocato bene e sono contenta così, perché ho messo tutto quello che potevo. Ai quarti stavo perdendo (contro Zdena Blaskova, ndr) ma in quel momento ho sentito tantissima forza dentro di me e così sono riuscita ad arrivare in finale». Insomma, il rischio black-out era dietro l’angolo: «Con il mio allenatore (il tecnico Giuseppe Del Rosso, che allena Jamila al Centro Federale di Formia e la accompagna in tutte le trasferte internazionali giovanili, ndr) abbiamo sviluppato molto l’aspetto mentale, che nel tennis tavolo è fondamentale – aggiunge Jamila - perché se non hai la testa non puoi andare avanti e con tanto impegno, insieme al coach abbiamo fatto un ottimo lavoro. E anche lui è contento di questo risultato».  

Fino al match conclusivo, ad Ostrava però, oltre alla palla di gioco contro la Wegrzyn non sembrava girare neanche la fortuna a favore del team azzurro: «Dall’Italia sono partita molto concentrata e con la voglia di arrivare fino a questo risultato – prosegue Jamila - All’inizio, però, quando abbiamo perso la prima gara a squadre ero un po’ scoraggiata perché eravamo arrivate seste e ho detto: vediamo come va il doppio. Nel misto, però, abbiamo incontrato una coppia che giocava da anni insieme ed erano molto affiatati e nel femminile ci siamo scontrate con le turche che poi sono salite sul podio e in entrambi i doppi ci siamo fermati agli ottavi. Ma l’ultima gara è stata quella del singolare ed è andata bene».
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