Insieme alla bielorussa, Jamila ha così regalato un altro oro all’Italia, stavolta nel torneo giovanile internazionale, consolidando il feeling sportivo già avvertito la scorsa estate con la Kisel e garantendosi un nuovo stimolo nella corsa in solitaria verso Tokyo: «Era la prima volta che io e Darya giocavamo insieme e, considerando il risultato, questo torneo l’abbiamo condotto nel migliore dei modi – osserva Jamila - Eravamo la coppia più forte e questo ci ha consentito di incontrare avversarie migliori rispetto al dover partire come terza o quarta coppia. Dopo gli Europei dello scorso luglio ci siamo messe d’accordo e abbiamo deciso di giocare insieme. Darya è una difesa e con lei mi trovo bene: sento che a livello mondiale possiamo fare molto insieme. Ora proseguiremo fino agli Europei e vedremo come andrà a finire».
LE INCOGNITE VERSO TOKYO
A gennaio, nel frattempo, è però sfumata per l’Italia l’unica occasione di poter concorrere a squadre per Tokyo: «Purtroppo ero influenzata e non sono potuta andare – racconta l’azzurra sabina – Ma anche chi è andato, del resto della squadra, non stava bene per nulla».
Nel singolo per Tokyo, invece, tutto è ancora in ballo: «Ci stiamo provando in tutti i modi ad aumentare il livello e a superare le altre giocatrici che, pur essendo più alte di noi in classifica, non giocano. Purtroppo a livello internazionale esiste un ranking abbastanza difficile, dove anche se non gareggi non perdi punteggio. Quindi, soprattutto nel singolo cerchiamo di fare tutti i tornei perché sono esperienze in più e se si riesce a trovare il tabellone giusto si possono fare grandi cose. Ho molti tornei davanti e speriamo che possa andar bene».
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