Amatrice senza ospedale a sette anni dal terremoto. Fine lavori? Forse nel 2025

I cantieri al rallentatore: l’apertura era programmata per l’inizio del 2024

Amatrice senza ospedale a sette anni dal terremoto. Fine lavori? Forse nel 2025
di Mario Bergamini
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Martedì 6 Giugno 2023, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 10:50

Oltre venti secondi di violenta scossa tellurica per lesionarlo irrimediabilmente, meno di un anno per demolirlo, un tempo indefinito per ricostruirlo. È una storia della quale si fa fatica a vedere la conclusione quella dell’ospedale Grifoni di Amatrice, presidio sanitario, monumento identitario e simbolo di autonomia della popolazione locale dell’Alto Velino.

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Messo in ginocchio dalla scossa di magnitudo 6.0 del 24 agosto del 2016, oggetto nei mesi successivi di strenua lotta da parte della popolazione e dell’allora sindaco Sergio Pirozzi per ricostruirlo nella stessa posizione (molti sindaci del territorio spinsero all’epoca per realizzarlo vicino alla consolare Salaria, per renderlo ospedale di area vasta, da Leonessa ad Amatrice), si sta ora trasformando nell’ennesimo simbolo italiano di atavici ritardi e sprechi di risorse nella realizzazione delle opere pubbliche.


ANDAMENTO LENTO
A certificare una tabella di marcia che procede ad andamento lento, l’ispezione al cantiere di ieri mattina da parte dell’assessore ai Lavori pubblici e alla Ricostruzione della Regione Lazio, la reatina Manuela Rinaldi, accompagnata dal commissario straordinario della Asl di Rieti, Mauro Maccari. Pesanti come pietre, quelle che ancora mancano allo scheletro del nuovo Grifoni, le parole di Rinaldi: «Abbiamo trovato un ritardo nella ricostruzione della struttura. I tempi tecnici, sul cronoprogramma dello stato di avanzamento dei lavori, prevedono minimo altri due anni, senza che ci siano interruzioni. Amatrice e le zone limitrofe hanno però bisogno in tempi brevi di un ospedale all’altezza e sarà mio compito insieme al commissario straordinario della Asl, Mauro Maccari, istituire dei tavoli tecnici tra Regione Lazio e Asl, per pianificare le soluzioni più idonee per ridurre i tempi di consegna e gestire al meglio l’utilizzo del nuovo complesso ospedaliero di Amatrice».
Una visione condivisa anche dal sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi. «Che la prima visita ufficiale del nuovo commissario straordinario dell’Asl di Rieti, insieme all’assessore regionale Manuela Rinaldi, sia stata proprio ad Amatrice - ha detto Cortellesi - è il segno tangibile e concreto di un’attenzione crescente nei confronti della nostra comunità da parte della Regione guidata da Francesco Rocca.

Abbiamo visitato il Pass, la sede del 118, abbiamo effettuato un sopralluogo all’ospedale in costruzione, visionato progetti, piante, prospetti e sezioni della struttura, iniziando a mettere le basi per i suoi contenuti specifici. L’obiettivo è renderlo funzionale alle esigenze future del territorio. Il futuro si costruisce ogni giorno».


I CANTIERI
Iniziati nell’ottobre del 2020 con naturale scadenza prevista al massimo per i primi mesi del 2024, i lavori, in verità, non hanno mai ingranato dei ritmi alti. Le giustificazioni, in parte, non mancano. Il Covid prima, l’aumento delle materie prime con la conseguente difficoltà a reperirle e inverni non certo indulgenti ai mille metri di quota di Amatrice. Ma parliamo di un’opera di fondamentale importanza per il territorio tutto e certi ostacoli dovrebbe essere superati di slancio. Ad ottobre di quest’anno, ricordiamo, saranno passati tre anni dalla posa della prima pietra: un tempo che di fatto sarebbe bastato per completare la struttura, secondo i vecchi cronoprogrammi, ora diventati carta straccia. L’orizzonte, inevitabilmente, si sposta al 2025. Per il nuovo Grifoni, inoltre, val la pena di sottolineare che i fondi non sono stati mai un problema. Basti ricordare i 6 milioni di euro donati dalla Germania per contribuire alla sua realizzazione. 


STRUTTURA ALL’AVANGUARDIA
Il cantiere del nuovo ospedale di Amatrice è stato affidato ai lavori del consorzio di imprese teramano Rennova, mentre la progettazione è dello studio “Valle 3.0” di Roma e prevede un’edificazione di oltre dodicimila metri quadrati, composta da tre elementi principali: il blocco dell’accoglienza che si sviluppa su tre piani e rappresenta l’accesso al presidio, un corpo longitudinale che si sviluppa su quattro piani ed è costituito dalle degenze, i laboratori e il centro prelievi. C’è poi il blocco tecnologico che si sviluppa su tre piani ed accoglie tutte le funzioni di alta tecnologia oltre al pronto soccorso. Il nuovo Grifoni sarà inoltre dotato dei più elevati standard di qualità e innovazioni tecnologiche, è provvisto di isolatori sismici alla base e avrà una dotazione di software importante che riguarda la telemedicina. Resta invece dove si trova attualmente, ovvero vicino all’ex Minozzi, la pista di elisoccorso, nonostante in un primo momento si fosse pensato di realizzarla in un’area attigua al Grifoni. Ma così non è stato. E rispetto ai ritardi nella tabella di marcia del cantiere del nuovo Grifoni è davvero un dettaglio.
 

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