L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, informa che un disastro umanitario di proporzioni straordinarie sta per colpire il sud est, nella provincia di Tanganyika dove dilaga la violenza che sta dando origine ad una spirale di violazioni dei diritti umani e di persone costrette alla fuga. A causa dei serrati combattimenti tra le comunità di Twa, Luba ed altri gruppi etnici si registrano violenze efferate e fughe di massa della popolazione in diverse aree della provincia; a queste si aggiungono i violenti scontri tra le forze armate e le milizie che continuano dalla fine di gennaio e la minaccia di seminare ancor più devastazione da parte di nuovi gruppi armati.
I racconti delle persone in fuga testimoniano una violenza efferata durante gli attacchi sferrati ai loro villaggi, con uccisioni, rapimenti e stupri. Nelle prime due settimane di febbraio nella regione di Tanganyika e agenzie umanitarie hanno registrato, circa 800 incidenti in materia di protezione, segnando un trend in forte crescita.
I vescovi congolesi chiedono «l’annullamento delle disposizioni che vietano manifestazioni pacifiche, che si intraprendano azioni legali contro coloro che hanno commesso crimini in occasione delle marce organizzate dal Comitato di coordinamento laico». Inoltre, chiedono di rendere credibile ed efficace l’autorità dello stato per salvaguardare l’integrità del territorio nazionale; di proteggere i confini e garantire la sicurezza della popolazione e delle sue proprietà. I vescovi invitano anche la commissione elettorale a rimuovere le ambiguità attorno alla macchina del voto accettando la sua certificazione da parte di esperti nazionali e internazionali».
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