Bergoglio ha insistito con i parroci a mantenere uno sguardo amabile sulla gente, che è lo sguardo di cui ha bisogno la città. Ha ripetuto che bisogna praticare la pastorale dell’orecchio e «guardando alla realtà senza averne paura, discernendo i segni dei tempi e le cose che vengono dallo Spirito». Ha incoraggiato i preti ad avere coraggio, a «discernere i propri limiti e di dialogare con essi, le proprie “malattie spirituali. «La solitudine non fa bene», ha aggiunto Francesco, sottolineando ai preti l’importanza di coltivare la fraternità sacerdotale. Ha suggerito poi di essere sempre disponibili all’ascolto, e ad «offrire vicinanza ai dolori e alle miserie umane, con la compassione di un padre, con una parola, un sorriso. Oggi la gente ha bisogno di essere ascoltata. È il tempo di offrire il perdono senza condizioni», ha detto. Ad un prete che gli faceva notare l’alto numero di coppie che convivono e non si sposano, Francesco ha invitato a guardare oltre.
«Non ci sono solo realtà negative in questo tempo», visto che emergono una maggiore consapevolezza i diritti umani, più informazione, uguaglianza, tolleranza, convivenza sociale più spontanea, apprezzamento per valori come pace e solidarietà. «Non bisogna spaventarsi delle difficoltà – conclude – ma discernere i segni dei tempi, le cose che vengono dallo Spirito» e «aiutare gli altri».
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