I LUOGHI
«Quando un luogo della cultura ha troppa gente e diventa complicato per la sicurezza e per la tutela della fragilità delle opere d'arte, si fermano gli ingressi finché il pubblico non defluisce prima di farne entrare altri - sottolinea il ministro dei Beni culturali - Ci sono altre città nel mondo ed in Europa che l'hanno fatto». I sindaci delle cinque città, «Firenze, Venezia, Roma, Milano e Napoli, che hanno o possono avere questo problema hanno scritto» in merito «una lettera, e presto ci vedremo - ricorda Franceschini - Naturalmente questa è una competenza dei sindaci». Nel documento inviato al ministro e al responsabile della direzione generale per il turismo del Mibact, Francesco Palumbo, gli assessori alla cultura Paola Concia (Firenze) Daniele Gaetano (Napoli), Roberta Guarnieri (Milano), Paola Mar (Venezia) e Adriano Meloni (Roma) - riuniti nella rete delle Grandi destinazioni italiane del turismo sostenibile, ovvero «le cinque destinazioni che da sole ospitano un terzo dei turisti che visitano l'Italia» - chiedono in particolare di essere inseriti come caso pilota nella parte attuativa del Piano strategico per il turismo, pronte a sperimentare ipotesi di gestione dei flussi, ma «anche altri progetti che riterrete opportuno proporci».
LE PROPOSTE
Di turismo sostenibile si era parlato aventi giorni fa a Roma in un convegno organizzato alla Galleria nazionale d'arte moderna con Taleb Rifai, segretario dell'Umtwo - l'organismo dell'Onu che si occupa di turismo - e lo stesso Franceschini: «Non si può immaginare né di respingere il turismo, né di fare pagare ticket d'ingresso, perché le città sono aperte e non si possono far pagare gli ingressi alle piazze - aveva sottolineato in quella occasione il ministro - Contemporaneamente, però, è possibile immaginare con le nuove tecnologie meccanismi che regolino gli accessi». Non si tratta «di rallentare il turismo - aveva aggiunto Franceschini- il tema è continuare a crescere in modo intelligente non solo per ragioni economiche, ma perché la globalizzazione porta con sé la paura della diversità, dell'immigrazione, dello straniero e del diverso. La paura di chi viene a sottrarci livelli di benessere. La risposta può essere protettiva, dunque costruire muri, o di apertura, cioè costruire ponti. Penso si debba scegliere questa seconda strada in modo intelligente, garantito e che tuteli i cittadini. E il turismo è il principale motore per superare queste paure».
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