M5S, l'eurodeputato Affronte: «La multa? A me non hanno chiesto nulla»

La penale fantasma
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Giovedì 4 Gennaio 2018, 16:48
Davide Casaleggio e Luigi Di Maio dicono che è sacrosanta. È la penale da 100 mila euro che deve pagare chi, se eletto, abbandona il gruppo del M5S per approdare a un altro gruppo senza dimettersi. Una richiesta fuori dal comune ma soprattutto impossibile da applicare visto che la Costituzione italiana non prevede il vincolo di mandato per i parlamentari che così possono cambiare opinione, partito e casacca. I primi grillini a firmare un contratto che prevedeva una multa (250 mila euro) per chi si fa eleggere, cambia partito e non si dimette furono i candidati al Parlamento europeo. Due di loro, il lombardo Marco Zanni e il romagnolo Marco Affronte, un anno fa abbandonarono il gruppo  M5s. Beppe Grillo annunciò sul suo blog che sarebbe stata notificata la sanzione da 250mila euro prevista dal codice etico per i 'dissidentì. E che con i soldi si sarebbero aiutati i terremotati di Marche e Umbria.

Dopo un anno, racconta Affronte al Corriere di Bologna, non è però successo nulla. «Parlai con qualche avvocato - ricorda Affronte al quotidiano - e tutti mi avevano detto: stai tranquillo, la multa è un vincolo di mandato, non si può fare, nessun giudice può ritenerla ammissibile. Pensavo però che almeno facessero una mossa a cui avrei risposto, e invece non mi hanno chiesto un euro».

«Ho visto - prosegue l'eurodeputato romagnolo, che uscì in polemica - che anche nel nuovo codice hanno inserito il tema della multa (100mila euro, ndr), lo fanno per avere gente fedele, ma la questione resta sempre quella del vincolo di mandato».
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