Di Maio a Davos come amico dell'Ucraina. Quale è il ruolo dell'ex ministro degli Esteri al World Economic Forum?

L'ex responsabile della Farnesina ribadisce: «Gli ucraini meritano tutto il nostro sostegno»

Di Maio a Davos come amico dell'Ucraina. Quale è il ruolo dell'ex ministro degli Esteri al World Economic Forum?
di Mario Ajello
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Il protagonismo di Di Maio. L’europeismo di Di Maio. Che cosa c’è di più in linea con la politica Ue del rappresentarsi come amico dell’Ucraina, sostenitore dell’Ucraina, assoluto difensore della libertà di quel popolo aggredito da Putin? Di Maio l’euro-ucraino riappare sul palcoscenico internazionale, da cui mancava da quando ha dovuto lasciare il ruolo di ministro degli Esteri, ed eccolo al World Economic Forum di Davos in questo mood e in questo senso: «Sono ben lieto di esserci in qualità di amico dell’Ucraina. Gli ucraini meritano tutto il nostro sostegno». Di Maio ha bisogno di visibilità, e se la merita secondo anche molti degli avversari perché da ministro ha ben operato alla Farnesina e sempre in linea con la collocazione geopolitica dell’Italia. E ha bisogno di visibilità e di ribadire che conosce il mondo, conosce l’Europa e conosce le questioni epocali che stiamo attraversando sul piano globale anche perché è in corsa per un incarico molto europeista e molto importante, la cui decisione deriva da Bruxelles, che è quello di inviato speciale Ue per il Golfo Persico. Che significa tante cose, comprese quelle energetiche, e se lo ottenesse l’Italia sarebbe per l’Italia un onore e un riconoscimento importante. Infatti veri ostacoli interni e governativi Di Maio non li sta incontrando. 

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E comunque: «Quando ero ministro degli Esteri ho firmato cinque decreti per il supporto alla resistenza Ucraina e ne sono orgoglioso, perché conosco il vostro valore, perché so che siete una Nazione che sta difendendo tutti noi, so che siete dei veri patrioti e sono sicuro che l’Italia continuerà a sostenervi. Alla fine vi riprenderete la vostra terra». Ha detto questo Di Maio intervenendo a Davos alla cena Amici dell’Ucraina. Presenti tra le altre autorità, il Presidente della Repubblica della Lettonia Egils Levits, il ministro degli Esteri della Lituania Gabrielius Landsbergis, la Ministra degli esteri belga. Presenti numerosi membri delle istituzioni, gruppi di parlamentari e rappresentanti della società civile Ucraina, oltre che dei veterani di guerra dell’esercito ucraino. Unico italiano a questa cena proprio l’ex ministro degli Affari esteri del governo Draghi.

E del resto Di Maio ha giocato un ruolo di primo piano nelle relazioni tra Roma e Kyiv e nel sostegno al Paese invaso, da quando è cominciata la guerra. Perciò l’onore di essere stato invitato al Forum tra i massimi esperti dell’economia mondiale insieme a capi di stato, ministri e diplomatici di alto rango. Mentre non ci sono i volti più importanti del governo italiano che hanno preferito evitare il vertice. «Possiamo dire che gli ucraini hanno cambiato noi molto più di quanto abbiano cambiato sé stessi», ha scritto Di Maio pochi giorni fa, riconoscendo alla resistenza ucraina la capacità di compattare il fronte occidentale, per cui la posizione della comunità internazionale «adesso è molto più chiara di prima».

Luigi l’Occidentalista, ecco. Di Maio l’Affidabile per una Europa che tanti interessi sparsi nel mondo e uno di questi è rappresentato nell’area del Golfo Persico dove dovrà andare, quando andrà, una figura di piena fiducia del contesto Ue. Lui lo è certamente. La presenza a Davos e il suo attivismo spiegano anzitutto una cosa: Di Maio non vuole fare altro (per esempio il lobbista) e intende invece continuare a stare in politica sia pure in maniera da tecnico, da personaggio globale, da chi è stato alla Farnesina e non ha più interessi partitici o velleità parlamentari. Il Di Maio di Davos è intimamente collegato  insomma a quella nomina Ue nel golfo Persico che al momento resta sullo sfondo, ma è ancora in ballo. Una carica per cui pare si sia speso anche Mario Draghi, indicando il nome del suo ex ministro.

Ed è ovvio, specialmente in questa fase, come l’apprezzamento di Kyiv, e ancor di più il riconoscimento della comunità internazionale dell’impegno messo in campo dal fondatore Impegno Civico rappresentino un biglietto da visita importante. Forse imprescindibile per diventare ambasciatore europeo.

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