La donna, in viaggio su un volo Newark-Tel Aviv operato dalla compagnia di bandiera israeliana, la El Al, si è vista rivolgere dal personale di bordo la bizzarra richiesta di cambiare posto: un ebreo ultraortodosso si rifiutava di viaggiare accanto a lei solo perché donna. Le hostess le hanno gentilmente chiesto di spostarsi, proponendole un posto “migliore”, più vicino alla prima classe. L’avvocatessa Rabinowitz ha accettato a malincuore, definendo la richiesta “sessista”. Ha poi raccontato la disavventura al New York Times, senza nascondere tutto il suo dispiacere: «Nonostante i risultati raggiunti, e anche la mia età lo è, mi sono sentita sminuita. Se penso a chi sono oggi, a dove sono arrivata, una donna anziana, educata, che ha girato il mondo… e poi un ragazzo qualsiasi decide che non posso sedermi accanto a lui… perché?».
In un comunicato, la compagnia israeliana ha difeso il suo staff, sottolineando il fatto che il personale è impegnato in prima linea tutti i giorni con un’ampia varietà di passeggeri, con differenti credenze e comportamenti. “In cabina – si legge nel documento – il personale riceve svariate richieste e cerca di soddisfarle il più possibile, avendo come obiettivo la partenza in orario del volo e l’arrivo di tutti i passeggeri alla loro destinazione, come da orari indicati”. Ora l’Israel Religious Action Center, un comitato che si occupa di promuovere e difendere i diritti civili nella società israeliana e che si era già imbattuto in simili casi, con protagonisti una compagnia di autolinee e il ministero dei trasporti, ha preso in carico anche il caso della signora Rabinowitz.
Lei chiede 50 mila shekel di risarcimento: sono oltre 11mila euro, la società gliene offre 200 come sconto sul prossimo volo. «Mi dico: sono una donna anziana, laureata, ho girato il mondo e un uomo qualsiasi può decidere che non posso sedermi vicino a lui.
E’ stato mortificante», ha dichiarato.
I membri dell’associazione fanno sapere che si è registrata una crescente tendenza, da parte di uomini ultraortodossi, a rifiutarsi di sedere accanto a una donna sugli aerei, cosa che provoca non pochi ritardi o cancellazioni. Due anni fa la sociologa Elana Sztokman raccontò l’esperienza che aveva dovuto subire su un volo per Israele, quando un uomo non aveva accettato di sedere accanto a lei, proprio come è avvenuto di recente alla Rabinowitz. La sociologa israeliana aggiunse che la vicenda era stata particolarmente fastidiosa e che, ironia della sorte, le era capitata proprio quando stava tornando in patria per presentare il suo libro La guerra contro le donne in Israele: una storia del radicalismo religioso e di donne che combattono per la libertà. Tutto questo, infatti, nasce dalla convinzione, radicata in molti uomini che danno un’interpretazione rigida dei precetti religiosi, per cui è proibito avere contatti con una donna di cui essi non sono parenti o con cui non sono sposati.
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