Ucraina, liberato uno degli osservatori rapiti: l'Osce invia mediatori per gli altri. Obama prepara nuove sanzioni

Ucraina, liberato uno degli osservatori rapiti: l'Osce invia mediatori per gli altri. Obama prepara nuove sanzioni
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Domenica 27 Aprile 2014, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:43

I secessionisti filorussi dell'est ucraino hanno mostrato oggi in una conferenza stampa gli otto osservatori militari dell'Osce sequestrati venerd scorso a Sloviansk, nella regione orientale di Donetsk, liberando in serata l'ostaggio svedese perchè soffre di diabete ma annunciando che gli altri sono «prigionieri di guerra» e che intendono scambiarli con miliziani in mano a Kiev. Un gesto di sfida, mentre Usa e Ue si accingono a varare nuove sanzioni contro Mosca per l'escalation della crisi.

«Siamo tutti in buone condizioni di salute e ci trattano bene, considerando le circostanze», ha detto uno di loro, il colonnello tedesco Axel Schneider, sotto gli sguardi di uomini armati e mascherati. «Non siamo prigionieri di guerra, ma ospiti del sindaco Ponomariov» (autoproclamato primo cittadino di Sloviansk, ndr), è stato evidentemente costretto ad aggiungere, dato che lui stesso ha ammesso di non avere «alcuna indicazione di quando saremo rimandati a casa».

Per trattare la loro liberazione, l'Osce ha inviato una squadra di negoziatori a Sloviansk ma ha negato l'arrivo in serata a Kiev del segretario generale dell'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea, Lamberto Zannier, che era stato annunciato da un tweet del ministro degli Esteri ucraino. La Russia ha promesso di fare il possibile per il rilascio degli ostaggi, chiedendo però nello stesso tempo la liberazione «al più presto possibile» dell'autoproclamato 'governatorè filorusso della regione di Donetsk, Pavel Gubarev.

Con gli otto osservatori Osce sono stati rapiti anche quattro loro accompagnatori dell'esercito ucraino, che oggi non sono stati fatti vedere, mentre il conducente del bus su cui viaggiavano è stato lasciato andare. Oggi i 'ribellì dell'est hanno mostrato, ma solo alle tv russe, anche tre membri dell'unità speciale anti-terrorismo ucraina Alfa catturati durante una missione coperta a Gorlovka, sempre nella regione di Donetsk. Il loro obiettivo era quello di arrestare uno dei leader delle forze di autodifesa locali, Igor Bezler, accusato dell'uccisione di un consigliere municipale locale. Portati a Sloviansk, non è stata risparmiata loro l'umiliazione di apparire alle telecamere in mutande, legati e bendati con nastro adesivo. Hanno rivelato di far parte di una unità di sette persone infiltrata in città, senza fornire altri dettagli. Non saranno trattati come prigionieri di guerra, ma verranno usati anche loro come merce di scambio con filorussi arrestati.

I secessionisti hanno manifestato oggi a Kharkiv e a Donetsk, dove un gruppo di militanti armati di mazze da baseball si è impossessato della tv regionale senza che la polizia opponesse alcuna resistenza: ora intendono consentire solo la trasmissione delle tv russe, le uniche che secondo loro 'dicono la verita«. In questa guerra civile per ora a bassa intensità le forze fedeli a Kiev hanno invece catturato quattro filorussi »armati di pistole e granate« a Schaste, nella regione di Lugansk, mentre nella notte le forze speciali ucraine avrebbero smantellato un altro posto di blocco nei dintorni di Sloviansk, arrestando uno degli insorti, indicato come un cosacco di Donetsk.

Intanto Obama ha spiegato dalla Malaysia che le nuove sanzioni internazionali contro la Russia, che probabilmente saranno imposte da lunedì, hanno lo scopo di mettere fine alle »provocazioni« di Mosca nell'est dell'Ucraina. «È importante assumere nuove misure per far capire a Mosca che gli atti di destabilizzazione in Ucraina devono finire», ha detto il presidente Usa. Le sanzioni colpiranno principalmente l'industria della difesa russa, oltre a persone e società vicine a Putin, come ha spiegato alla Cnn il consigliere aggiunto americano per la sicurezza nazionale Tony Blinken. Secondo il New York Times, nel mirino ci sono anche il presidente di Rosneft, Igor Sechin, e il numero uno di Gazprom, Aleksei Miller: due pietroburghesi, fedelissimi del presidente, che sono oggi alla testa del maggior gigante petrolifero pubblico russo e del colosso nazionale del gas.

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