Dopo Miss Gran Bretagna e il fidanzato si tolgono la vita anche due fratelli loro amici d'infanzia: un tragico patto?

Sophie Gradon
di Federica Macagnone
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Martedì 17 Luglio 2018, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 09:24

Sembra una spirale da incubo quella che si è innescata a Blyth, cittadina inglese di 37mila anime, dove tra giugno e luglio sono morti suicidi, a venti giorni di distanza, Sophie Gradon, 32enne star di Love Island ed ex Miss Gran Bretagna 2009, e il suo fidanzato 25enne Aaron Armstrong. È emerso in queste ore che due fratelli, Darryll e Dylan Smith, 27 e 22 anni, amici d'infanzia di Sophie e Aron con cui erano cresciuti insieme, si sono tolti la vita anche loro impiccandosi.

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Darryl è stato il primo dei quattro a essere trovato morto nella sua casa di Blyth il 13 giugno. Appena una settimana dopo è stata la volta di Sophie, che nei giorni precedenti si era dichiarata distrutta dalla perdita dell'amico: il 20 giugno si è impiccata a Medburn in casa dei genitori, che in quel periodo erano assenti. Aaron, che dopo averla trovata morta lui stesso, nei giorni successivi non riusciva a darsi pace, aveva postato su Facebook: "Non smetterò mai di amarti e il mio cuore sarà tuo fino al giorno in cui mi unirò a te. Ci rivedremo molto presto, angelo mio". Non erano solo parole: il 10 luglio, cinque giorni dopo il funerale di Sophie, si è tolto la vita anche lui nella sua casa di Blyth. Infine Dylan, che è stato trovato morto domenica scorsa, pochi giorni dopo aver ricordato a tutti come suo fratello Darryl non fosse per lui solo un fratello, ma anche il miglior amico e un padre a tutti gli effetti.




Appena un mese e mezzo fa sembrava che le loro esistenze fossero incanalate verso un futuro radioso. Aaron e Sophie avevano rivelato il 29 maggio di volersi sposare, Darryll e Dylan, che tutti descrivono come simpatici e solari, conducevano  le loro vite piene di progetti in modo sorridente. Dietro quell'apparenza, però, ognuno di loro nascondeva un male oscuro, un "mal di vivere" che li accomunava. Sophie aveva avuto in passato problemi psicologici e lottava ancora contro la depressione, mentre Aaron, che quattro anni fa aveva già tentato il suicidio, era stato in cura per un decennio per problemi psicologici, esattamente come Darryl e Dylan. In meno di 40 giorni le loro speranze, i loro progetti, i loro sogni sono stati spazzati via come fuscelli come se avessero stretto un terribile patto.
 

 


Per il padre dei due fratelli c'è uno stretto legame tra la morte dei suoi figli e quelle di Sophie e Aaron. «È come se ci fosse un'epidemia - ha detto - tra i giovani che combattono segretamente contro i problemi di salute mentale. Erano tutti e quattro amici, erano cresciuti insieme qui a Blyth, si conoscevano da una vita: tutti estroversi, molto simili tra loro, ma soffrivano tutti di depressione. Le loro morti non sono casuali, c'è un'epidemia di salute mentale tra i giovani: bisogna occuparsene. C'è un problema culturale che porta i ragazzi a non parlare dei loro problemi, a non aprirsi, mentre invece avrebbero bisogno di aiuto. Le cose devono cambiare: le scuole dovrebbero dare più insegnamenti sulla salute mentale e i ragazzi stessi dovrebbero essere incoraggiati ad aprirsi. Negli anni Ottanta e Novanta a Blyth c'erano grossi problemi di droga, ma a questo riguardo è stato fatto poco o nulla. Oggi mi sento come se in città ci fosse una situazione simile nell'ambito della salute mentale. E' spaventoso vedere quanti casi di questo tipo stanno succedendo».

«Dylan era unico nel suo genere, fantastico - dice Steph Wylam, la fidanzata 18enne di Dylan - Era il mio mondo, la mia anima gemella.
Era un ragazzo spumeggiante, premuroso, sempre diponibile ad aiutare il più possibile le persone». Dylan che aiutava sempre gli altri, Dylan che nessuno è riuscito ad aiutare. Esattamente come suo fratello e i suoi amici d'infanzia, tutti risucchiati nel nulla da un male oscuro dell'anima.

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