Nel suo discorso, dai toni molto decisi e fermi, Alain Juppé si è tirato fuori dalla difficilissima situazione della destra, alle prese con una «determinazione, un'ostinazione» nell'insistenza di Francois Fillon a restare candidato. «Mai, sotto la Quinta repubblica, un'elezione presidenziale è stata così confusa», ha esordito l'ex primo ministro, apparso ferito nell'orgoglio dopo la sconfitta alle primarie proprio contro Fillon. E sull'attuale candidato, ha aggiunto che il suo «piano di difesa, fondato su un presunto complotto, ha portato la destra in un'impasse». «Per me è troppo tardi - ha concluso amaramente Juppé - non entro in trattative, la mia candidatura non incarnerebbe il bisogno di rinnovamento auspicato dai francesi».
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