Mosca, 6 anni all'ex ballerino del Bolshoi: aggredì con l'acido il direttore Serghiei Filin

Mosca, 6 anni all'ex ballerino del Bolshoi: aggredì con l'acido il direttore Serghiei Filin
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Martedì 3 Dicembre 2013, 20:34 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 18:34
Sei anni di carcere a regime duro per aver organizzato l'attacco con l'acido al direttore artistico del Bolshoi Serghiei Filin, a gennaio scorso, lasciandolo quasi cieco. È la pena inflitta oggi dal tribunale Meshansky di Mosca a Pavel Dmitricenko, 29 anni, ex primo ballerino del teatro più prestigioso di Russia, in un caso-scandalo che ha scoperto feroci rivalità, invidie, gelosie e conflitti all'interno del tempio del balletto mondiale. Condannati anche i due coimputati, Iuri Zarutski, un pregiudicato reo confesso come esecutore materiale (10 anni), e Andrei Lipatov (4 anni), il presunto autista usato per l'aggressione. L'accusa aveva chiesto rispettivamente 9, 12 e 6 anni.



Aria angelica e sorrisi. «Speravamo in una pena più mite» commenta il signor Vitali, padre di Dmitricenko in un'aula gremita di giornalisti. «Una sentenza molto dura» conferma Alla, la sorella. Poco prima, in piedi dietro sbarre di ferro, l'ex Ivan il Terribile (uno dei suoi tanti ruoli da «cattivo» sul palco), manette dietro la schiena, maglione rosa cipria e jeans, pallido in volto, ostentava un'aria angelica, sorridendo spesso, lo sguardo quasi ieratico rivolto in alto o nel vuoto, come un San Sebastiano. Durante il processo si è dichiarato «moralmente responsabile» ammettendo di aver chiesto a Zarutski di «picchiare» o «dare una lezione» a Filin, ma non di aver ordinato un attacco con l'acido.



Piano criminale. «Era scontento del lavoro di Filin sull'assegnazione dei ruoli e premi agli artisti, e ha sviluppato un piano criminale», ha detto di lui la giudice Ielena Maxsimova giudicandolo colpevole di aver commesso il reato in «concorso premeditato». Soddisfatta la richiesta di risarcimento di Filin di 3,5 milioni di rubli (77.600 euro) per danni fisici e morali: ma questi era assente al verdetto, tornato in Germania, secondo il suo avvocato, per una nuova operazione agli occhi dopo le 20 già subite senza recuperare completamente la vista.



Un «tiranno». «Una sentenza infondata e illegittima» per la Difesa che annuncia ricorso: «per noi è falso, o discutibile, che i testimoni abbiano confermato la sua colpa», dice Serghiei Kadirov, avvocato di Dmitrichenko. Al processo non è emersa una prova schiacciante contro il ballerino oltre ai tabulati telefonici che indicano uno scambio di telefonate tra lui e Zarutski la sera del delitto (ma non il loro contenuto), ma ha fatto da detonatore del marcio nel leggendario teatro, spaccando in due il corpo di ballo tra sostenitori dei due «rivali». Diversi testimoni della difesa hanno descritto un Filin come un «tiranno» che aveva l'amante, faceva proposte indecenti a ballerine per avere una parte. Diversamente Dmitrichenko, sindacalista, era per l'assegnazione di premi ai ballerini e avrebbe cercato di difenderne i diritti.



La lettera. In 150 questa mattina in una lettera sul quotidiano Izvestia avevano chiesto clemenza per lui, elogiandone la «correttezza», la «perfetta professionalità» e le «meravigliose qualità umane».
Nel frattempo dopo una serie di teste cadute nel teatro in seguito allo scandalo, e le denunce di due ballerine americane di un tentativo di estorsione e discriminazioni per il colore della pelle, ieri l'ultima tegola: le dimissioni a sorpresa ieri di Vasili Sinaiski, direttore dell'orchestra e musicale dal 2010, forse per un conflitto col nuovo direttore Vladimir Urin, nominato dopo il siluramento del suo predecessore. Di certo, anche se la condanna a 6 anni denota una mano più lieve rispetto ai complici, la carriera di Dmitrichenko è stroncata. «Conosco Pasha, è innocente» sussurra una giovane danzatrice venuta a dargli solidarietà. «Credo sia stato un ordine, Pasha dava fastidio a qualcuno» nota un collega anonimo, membro di un apposito «Gruppo di sostegno a Pavel D.» sul social network russo VKontakte. Una anziana fan del balletto quasi piange: «L'ho visto ballare a teatro, non può essere».
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