Tirreno Power, il gip ordina il sequestro della centrale a carbone: troppe morti sospette

Tirreno Power, il gip ordina il sequestro della centrale a carbone: troppe morti sospette
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Martedì 11 Marzo 2014, 13:39 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 15:46
Il gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della procura di sequestrare la centrale elettrica a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Aia. Il gip ha dato mandato ai carabinieri di effettuare il sequestro. Secondo gli inquirenti, la centrale a carbone avrebbe causato una serie morti sospette tra il 2000 e il 2007; una tesi invece rigettata da Tirreno Power.



La Tirreno Power sta spegnendo gli impianti di produzione di energia a Vado Ligure nella centrale posta sotto sequestrato dal Tribunale di Savona. Il Gip ha infatti ordinato lo spegnimento dei due gruppi a carbone. Resta in funzione quello a gas non soggetto ad Aia. Nominato custode giudiziario il direttore della centrale Massimiliano Salvi. Per mettere a riposo i gruppi a carbone serviranno circa 20 ore: sei per completare lo spegnimento e altre 14-15 per smaltire il carbone all'interno dei gruppi. Tirreno Power è controllata al 50% da Gdf Suez, al 39% da Sorgenia, società del gruppo Cir che fa capo a Carlo De Benedetti, al 5,5% Hera e al 5,5% Iren.



Sull'attività di Tirreno Power sono aperti due filoni d'inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche «tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012». Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell'Ispra, l'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell'Ambiente, redatto durante una visita di routine. L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle «criticità». «Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato. Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità» tra morti, malattie ed emissioni. Secondo l'azienda, nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti.



Legambiente. Il sequestro dell'impianto della Tirreno Power di Vado Ligure rappresenta un «importante passo avanti nella lotta all'inquinamento ambientale e sanitario da anni denunciato in Liguria, ma ora ci aspettiamo che la centrale a carbone venga riconvertita e che possa così diventare un esempio da seguire anche per gli altri impianti industriali vecchi e inquinanti presenti ancora in Italia». È quanto chiede in una nota Legambiente, secondo cui «è però necessario che ci sia un cambio di rotta nella politica energetica di questo Paese. È ora di dire basta ai sussidi per le fonte fossili e alle politiche a favore del carbone, bisogna invece optare per una politica energetica che guardi alle fonti rinnovabili e alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano».
E il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, coglie anche l'occasione per «ricordare al premier Matteo Renzi» che «si possono recuperare le risorse tagliando i sussidi alle fonti fossili».
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