Gas russo, per lo stop aiuti Ue da 300 miliardi: più carbone e nucleare

Spinta alle rinnovabili ma atomo e fossili necessari per 5-10 anni. Nel RePower Eu sovvenzioni oltre a 225 miliardi di prestiti

L'Europa spinge sul nucleare, aiuti fino a 300 miliardi per lo stop al gas russo: sì a carbone ed energia atomica
di Gabriele Rosana
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Giovedì 19 Maggio 2022, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 00:44

Quasi 300 miliardi di euro per accelerare sull’indipendenza energetica da Mosca. Il piano “RePowerEU”, svelato ieri dalla Commissione Ue, spinge sulla transizione verde e sulle rinnovabili, ma nell’immediato si rivolge anche a carbone e nucleare perché tutti gli strumenti servono per staccarsi rapidamente dalle forniture russe e azzerarle entro il 2027. «Non abbiamo scelta», dicono a Bruxelles, spiegando che il piano non mette in discussione gli obiettivi del Green Deal: atomo e carbone dovranno produrre rispettivamente 100 terawatt e 44 terawatt di energia nei prossimi 5-10 anni, un aumento del 5% nel mix energetico Ue. Ma, al netto dei finanziamenti diretti anche a costruire i gasdotti e modernizzare gli oleodotti (in ottica di riutilizzo per il trasporto dell’idrogeno verde), la strada dell’energia pulita è tracciata. Con l’Ue che fissa un nuovo target del 45% al 2030, prevede procedure di autorizzazione più rapide e fissa precisi obblighi per i pannelli solari sui tetti dell’Unione. «Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli - ha precisato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, illustrando la proposta a cui l’esecutivo Ue lavorava da settimane -. Dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e rivolgendoci a fornitori più affidabili. E accelerando la transizione verso l’energia pulita». Nel piano di Bruxelles entra anche la piattaforma (su base volontaria) per l’acquisto congiunto di gas, Gnl e idrogeno «per assicurarci le importazioni di cui abbiamo bisogno senza che i Paesi Ue si facciano concorrenza». E compare pure il tetto al prezzo del gas, anche se soltanto come misure emergenziale in caso di interruzione delle forniture da parte di Mosca. 

Le risorse

Per sostenere “RePowerEU” la Commissione mette sul tavolo «circa 72 miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti»: la gran parte, tuttavia, sono fondi riciclati e riallocati da programmi di spesa già esistenti, e solo una minima fetta è rappresentata da risorse nuove.

I 225 miliardi, in particolare, altro non sono che i prestiti non utilizzati del Recovery Plan pandemico: molti Paesi non hanno richiesto (ancora) la quota di competenza, e adesso hanno la possibilità di reindirizzarla verso investimenti per sostenere l’indipendenza dalla Russia. Nel bottino, monopolizzato dalle rinnovabili, pure una piccola quota per gas e petrolio: 10 miliardi serviranno per migliorare le interconnessioni delle infrastrutture per il gas, mentre 2 per potenziare gli oleodotti «in vista dello stop al petrolio russo». Un riferimento non troppo velato alla richiesta di aiuti Ue da parte dell’Ungheria, per sostenere l’industria nazionale e sbloccare lo stallo sulle sanzioni al greggio. Ma i sostegni sono collegati ai Pnrr già esistenti, e quello di Budapest non è stato ancora approvato, a causa del braccio di ferro sullo stato di diritto. Insieme al maxi-pacchetto “RePowerEU”, l’esecutivo Ue ha infatti presentato delle nuove linee guida per l’aggiornamento dei Pnrr in maniera puntuale. Gli ulteriori stanziamenti arrivano invece da un ampliamento del sistema di vendita delle quote di emissioni inquinanti (Ets), per un totale di 20 miliardi di euro, mentre la restante parte proviene dai fondi della politica di coesione e della politica agricola comune. Oltre alla quota di riserva dell’Ets, che sarà ripartita tra i Ventisette secondo gli stessi criteri del Recovery, l’Italia, pur avendo già opzionato l’intera quota dei prestiti del Pnrr a cui ha diritto da qui al 2026 (112,6 miliardi), potrà comunque ricevere nuove risorse e aumentare i finanziamenti. In particolare, ha indicato Bruxelles, il nostro Paese avrà la possibilità di attingere alle somme non richieste dagli altri Paesi.

Il focus

Quando si tratta di dire la sua sulle modalità concrete per tagliare da subito i costi in bolletta, la Commissione insiste, come fatto a più riprese negli ultimi mesi, sulla necessità di ridurre i consumi: «Il risparmio energetico è il modo più rapido ed economico per affrontare l’aumento dei prezzi». Il focus di “RePowerEU” sono poi le rinnovabili, con la proposta di rendere obbligatori i pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici e commerciali entro il 2025 e per l’edilizia residenziale entro il 2029, e 20 milioni di tonnellate di idrogeno verde in più prima della fine del decennio. Per dare subito seguito alle sue parole, von der Leyen ieri ha partecipato al vertice nella città danese di Esbjerg, durante il quale Germania, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca hanno siglato un’intesa per fare del Mare del Nord il più grande centro di energia sostenibile d’Europa: l’obiettivo è quadruplicare la capacità eolica offshore dei quattro Paesi entro il 2030 e decuplicarla entro il 2050. Ieri la Commissione ha anche annunciato un aumento dell’assistenza all’Ucraina fino a 9 miliardi nel 2022 e la creazione di una piattaforma internazionale per finanziare la ricostruzione del Paese, un Marshall Plan coordinato da Kiev e Bruxelles.

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