Anno giudiziario, allarme per abuso dei social, aumento di femminicidi, baby gang e stalker

Anno giudiziario, allarme per abuso dei social, aumento di femminicidi, baby gang e stalker
3 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Gennaio 2018, 12:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 10:54
Per la prima volta gli studenti di un liceo romano hanno assistito alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario svoltasi nell'Aula Magna della Cassazione - alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha appena nominato senatrice a vita Liliana Segre, sopravissuta al lager - per non dimenticare le vittime della shoah e l'orrore del nazifascismo, ottanta anni dopo la promulgazione delle leggi razziali.

L'allarme sociale per femminicidi, violenze sessuali, stalker, babygang e frodi informatiche è stato lanciato dal Primo presidente della Suprema Corte Giovanni Mammone, nominato il 4 gennaio alla guida del Palazzaccio dopo il lungo efficace governo di Giovanni Canzio, che ha lasciato i suoi frutti. Tra questi la diminuzione dei tempi di attesa nel penale, scesi a 200 giorni, e l'impegno a smaltire la grande mole di ricorsi fiscali che costituisce quasi il 50% dei 106mila processi civili pendenti con l'arrivo di 50 nuovi magistrati arruolati dalla legge finanziaria 2018.

Anche il Procuratore generale Riccardo Fuzio ha toccato il tema insidie della Rete, per poi puntare il dito contro mafie e business dei migranti. Tra gli ospiti degli ermellini, il presidente del Senato Pietro Grasso e la presidente della Camera Laura Boldrini, insieme ai giudici costituzionali, al vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, al Guardasigilli Andrea Orlando, al presidente dell'Anm Eugenio Albamonte, alla sindaca Virginia Raggi, al governatore del Lazio Nicola Zingaretti.

Con le elezioni in vista, il 4 marzo, dopo che anche il Viminale è sceso in campo sulle fake news, tocca a Mammone sottolineare che «l'abuso dei mezzi di comunicazione e degli strumenti di partecipazione sociale» sul web «costituisce un fenomeno crescente e preoccupante», perché viola il diritto ad essere informati correttamente. Albamonte ha colto in queste parole un «passo avanti» della magistratura nella consapevolezza del fenomeno: «razzismo, fascismo, antisemitismo sono mostri del passato resuscitati dalle nuove tecnologie e si coniugano con il linguaggio d'odio e le fake news. Non a caso nella relazione del Primo presidente, prima ancora della piaga dello stalking si parla del web».

Probabilmente pensando all'inchiesta Consip - proprio ieri l'ex maggiore del Noe Giampaolo Scafarto è stato sospeso per un anno dal servizio per depistaggio - il pg Fuzio ha ammonito i pm a «svolgere indagini nel modo più ampio possibile» esercitando «responsabilmente i poteri di direzione delle indagini e delle forze di polizia (instaurando con esse un rapporto istituzionale, non personale e privilegiato)», senza temere di archiviare «quando gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l'accusa». Fuzio ha contato 156 magistrati sui quali pendono accuse disciplinari, nel 47% dei casi per violazione del dovere di correttezza e nel 37% per comportamenti scorretti al di fuori del servizio. La mente vola ai corsi dell'ex consigliere Francesco Bellomo con i dress code succinti imposti alle aspiranti magistrate. Il Pg non a caso ha parlato della «progressiva percezione di arretramento dei valori di deontologia» che accomuna magistrati e classe forense.

Commentando gli interventi, Orlando ha notato come non si sia levato «alcun grido d'allarme» sulle riforme. «Mi auguro che il cambio di legislatura non infici questo cammino», ha aggiunto il ministro, spiegando che forse prima di marzo sarà approvata la riforma dell'ordinamento penitenziario che potrebbe migliorare le condizioni di vita in cella, sempre drammatiche. Sulla stessa linea, Legnini ritiene sia da «evitare che il percorso delle riforme, da tempo avviato, e che sta dando positivi frutti, possa subire interruzioni»; scongiurare insomma che il cambio possibile della maggioranza parlamentare produca  l'effetto «tela di Penelope». Apprezzamento per l'azione riformatrice è venuta dal presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin che ha ricordato il «riconoscimento del ruolo dell'avvocato e della dignità» del suo lavoro, attraverso misure «come l'equo compenso, il legittimo impedimento della avvocata in gravidanza» e gli investimenti nel sistema giustizia. 

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA