«La risposta è molto chiara e chiude il dibattito - ha sentenziato Franceschini - il lavoro per noi ora sarà quello di rafforzare tutte le iniziative già in essere affinché i visitatori di Expo allunghino la loro permanenza in Italia, per vedere la bellezza che tutto il nostro Paese offre, a cominciare dal Museo Archeologico di Reggio Calabria». Una decisione non esente da polemiche politiche.
A sollecitare la trasferta dei Bronzi per l’Expo di Milano era stato infatti il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che appena appresa la notizia dal Mibact ha esternato con tweet «Governo ha deciso: bronzi Riace non verranno a Expo. Come previsto, prevale pregiudizio politico. Li sostituiremo, ci perde solo la Calabria». Dura la reazione anche del critico d’arte Vittorio Sgarbi che aveva caldeggiato a lungo il prestito dei Bronzi: «Una commissione che agisce sul piano politico e non tecnico defraudando la Calabria». «A fronte di 5 milioni di visitatori previsti all'Expo - incalza Sgarbi - che avrebbero pagato un biglietto da 10 euro, la Calabria avrebbe potuto beneficiare di 50 milioni di euro». I membri della commissione, tuona il critico «andrebbero denunciati tutti alla Corte dei conti, la loro è stata una risposta politica mentre gli era stato posto un quesito tecnico».
Dal canto loro, i membri della Commissione scientifica, fanno valere le ragioni della logica della tutela e della conservazione. I Bronzi, infatti, sono reduci da un complesso intervento di restauro e valorizzazione (non da ultimo anche il contributo dell’Enea per la realizzazione pionieristica di due piedistalli hi-tech anti-sismici). La politica se ne deve fare una ragione.
Ed è bene ricordare che la Commissione è stata presieduta da Giuliano Volpe, ordinario di archeologia all'Università di Foggia, e composta da Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria, Gisella Capponi, direttrice dell'Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, Gerardo De Canio, responsabile
del laboratorio dell'unità tecnica 'Tecnologia dei materialì dell'Enea, Stefano De Caro, direttore dell'Iccrom, Daniele Malfitata, direttore
dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr, e Bruno Zanardi, associato di teoria e tecnica del restauro presso l'Università di Urbino.
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