Niente Expo per i Bronzi di Riace, dal Mibact parere negativo alla trasferta

Niente Expo per i Bronzi di Riace, dal Mibact parere negativo alla trasferta
di Laura Larcan
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Mercoledì 8 Ottobre 2014, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 14:42
I Bronzi di Riace restano a casa. Per le due sculture greche tramonta definitivamente la prospettiva di un viaggio tournée con destinazione Expo 2015 di Milano. La Commissione scientifica istituita l’8 settembre scorso dal Ministro per i beni culturali e per il turismo Dario Franceschini per verificare la trasportabilità dei Bronzi di Reggio Calabria ha espresso “parere negativo”. Sono troppi i problemi conservativi che pesano sul tavolo degli esperti. Il bollettino medico è chiaro: ad aver influito sulla diagnosi finale è la presenza di numerose e diffuse micro-fessure e problemi di tenuta delle saldature antiche che hanno causato un indebolimento della tenuta strutturale del “sistema statua”. Questa mattina è stata inviata la relazione finale all’inquilino del Collegio Romano, sconsigliando «di sottoporre le due sculture greche ad un nuovo spostamento, non potendo escludere “un pregiudizio alcuno per la loro integrità e conservazione”».



«La risposta è molto chiara e chiude il dibattito - ha sentenziato Franceschini - il lavoro per noi ora sarà quello di rafforzare tutte le iniziative già in essere affinché i visitatori di Expo allunghino la loro permanenza in Italia, per vedere la bellezza che tutto il nostro Paese offre, a cominciare dal Museo Archeologico di Reggio Calabria». Una decisione non esente da polemiche politiche.



A sollecitare la trasferta dei Bronzi per l’Expo di Milano era stato infatti il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che appena appresa la notizia dal Mibact ha esternato con tweet «Governo ha deciso: bronzi Riace non verranno a Expo. Come previsto, prevale pregiudizio politico. Li sostituiremo, ci perde solo la Calabria». Dura la reazione anche del critico d’arte Vittorio Sgarbi che aveva caldeggiato a lungo il prestito dei Bronzi: «Una commissione che agisce sul piano politico e non tecnico defraudando la Calabria». «A fronte di 5 milioni di visitatori previsti all'Expo - incalza Sgarbi - che avrebbero pagato un biglietto da 10 euro, la Calabria avrebbe potuto beneficiare di 50 milioni di euro». I membri della commissione, tuona il critico «andrebbero denunciati tutti alla Corte dei conti, la loro è stata una risposta politica mentre gli era stato posto un quesito tecnico».



Dal canto loro, i membri della Commissione scientifica, fanno valere le ragioni della logica della tutela e della conservazione. I Bronzi, infatti, sono reduci da un complesso intervento di restauro e valorizzazione (non da ultimo anche il contributo dell’Enea per la realizzazione pionieristica di due piedistalli hi-tech anti-sismici). La politica se ne deve fare una ragione.



Ed è bene ricordare che la Commissione è stata presieduta da Giuliano Volpe, ordinario di archeologia all'Università di Foggia, e composta da Simonetta Bonomi, soprintendente per i beni archeologici della Calabria, Gisella Capponi, direttrice dell'Istituto Superiore per la conservazione e il restauro, Gerardo De Canio, responsabile

del laboratorio dell'unità tecnica 'Tecnologia dei materialì dell'Enea, Stefano De Caro, direttore dell'Iccrom, Daniele Malfitata, direttore

dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr, e Bruno Zanardi, associato di teoria e tecnica del restauro presso l'Università di Urbino.
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