Il 16 agosto 1972 la scoperta dei due "Bronzi di Riace"

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Oggi l'Italia celebra l'anniversario di una delle più grandi scoperte archeologiche del '900. Il ritrovamento, a Riace, di quelli che entreranno nella storia come i "Bronzi di Riace" appunto. Era il 16 agosto 1972 quando un sub romano, Stefano Mariottini, si immerse nel mar Ionio poco lontano le coste del piccolo comune in provincia di Reggio Calabria. A 8 metri di profondità la scoperta.

Intato il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria sta organizzando la riapertura dopo la sanificazione straordinaria delle sale decisa dal direttore Carmelo Malacrino. Il motivo è legato a un fatto avvenuto qualche giorno fa quando «un gruppo di 4 persone, sprovviste di prenotazione, ha forzato l'ingresso, contravvenendo alle indicazioni del personale e sfuggendo al controllo del termoscanner. Dopo essere entrato senza pagare e con toni minacciosi verso la vigilanza il gruppo si sarebbe soffermato ad ammirare i Bronzi di Riace e quanto esposto nell'atrio. Allertati dal personale sono intervenuti gli uomini della Polizia di Stato, che hanno provveduto all'identificazione».

«Sono sconcertato e rammaricato - commenta Malacrino - sia per il disagio che l'episodio procurerà a quanti hanno prenotato per domani, sia per il gesto e le parole rivolte al personale, che ha sempre profuso grande impegno per accogliere i visitatori, tanto più in un momento delicato come questo in cui siamo sotto rischio sanitario. Dalla riapertura il personale ha svolto un lavoro encomiabile per consentire l'accesso in sicurezza e garantire la medesima attenzione all'interno delle sale. A loro, così, come agli addetti alla biglietteria va il mio ringraziamento per la professionalità mostrata anche in questi giorni, in cui da sempre l'affluenza e le richieste sono potenziate dalle ferie. Ci rammarichiamo dell'impossibilità di non potere accogliere tutti ma aggiungo che quando se ne è creata l'opportunità, abbiamo cercato di soddisfare le richieste estemporanee, sempre nel rispetto delle regole, ritenendo la salute un bene da tutelare. Siamo consapevoli delle criticità presenti, che cerchiamo di risolvere con spirito costruttivo nell'interesse della collettività. Il Museo è e deve rimanere baluardo della cultura e della conoscenza, per cui episodi come quello di ieri devono essere messi al bando. Ringrazio il questore Maurizio Vallone e gli uomini delle forze dell'ordine per la significativa e costante attenzione. Confido nel lavoro dell'Autorità giudiziaria per l'accertamento dei fatti, per il quale ho già dato la disponibilità a fornire le riprese acquisite dalla videosorveglianza».