Adozioni gay, valanga di ricorsi in arrivo dopo affidamento a coppia omosex

Adozioni gay, valanga di ricorsi in arrivo dopo affidamento a coppia omosex
di Adelaide Pierucci
3 Minuti di Lettura
Sabato 30 Agosto 2014, 22:25 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 23:53

ROMA - Omogenitorialit alla riscossa. Dopo che una sentenza del tribunale dei minorenni di Roma - primo caso in Italia - ha reso madri davanti alla legge una coppia gay, o meglio ha riconosciuto la genitorialit alla partner di una mamma biologica e lesbo, si aperta la corsa giudiziaria per centinaia di riconoscimenti.

Le ottocento coppie omosex dell'intero stivale che fanno parte dell'Associazione Genitori Arcobaleno ieri erano trepitanti. «La nostra reazione è stata di entusiasmo e di stupore»» ha spiegato la presidente, Giuseppa La Delfa ««Non ci aspettavamo che un tribunale in Italia avesse il coraggio di stabilire una sentenza così umana, intelligente, di cuore. E allora passata la sbronza dell'euforia, della gioia ci prepariamo per i ricorsi, per i riconoscimenti».

I RICORSI

Dati (approssimativi alla mano) sono almeno cinquemila i bambini in Italia figli di coppie gay che attendono un riconoscimento ufficiale in patria. Bimbi nati altrove, con due mamme e due papà solo negli affetti e non di diritto. Melita Cavallo, la presidente del tribunale dei minorenni di Roma che ha firmato la sentenza rivoluzionaria in tema, si aspetta una impennata di istanze ad hoc, ma frena. «Qui non sono stati messi al centro i diritti gay, ma quelli di una bambina, cresciuta con le sue due madri, di cui una biologica. Il primo caso ha smosso le acque. Vedremo, caso per caso sempre nell'interesse dei minori. Come sempre. I cambiamenti sociali d'altra parte ci sono e non si potevano ignorare i diritti di una bambina».

Ma qualcosa evidentemente si stava muovendo. Il giudice infatti da mesi sta valutando anche un secondo caso di riconoscomento della genitorialità da parte di un'altra coppia gay, in cui uno dei parter è il genitore biologico. «La sentenza accolta ha dimostrato che la strada non è impossibile. Forse nessuno ci aveva pensato prima», sottolinea il giudice Cavallo. «E probabilmente molte coppie ancora non vengono allo scoperto». «Avere un secondo genitore, nel caso accolto una seconda mamma, garantisce in toto il minore non solo di fatto ma anche di diritto. Ecco perché le strumentalizzazioni in tema non sono gradite: qui non si è autorizzata l'adozione a una coppia gay. Ma si è riconosciuta la genitorialità al partner di una madre biologica. Come giudice ho rispettato la legge».

I DATI

Mamme e papà gay intanto si preparano ad affrontare le battaglie legali. La prima sarà questa: un centianio di famiglie Arcobaleno chiederà ai rispettivi municipi di trascrivere gli stati di famiglia registrati all'estero dove si sono sposati e hanno adottato in genere il figlio del partner o bimbi avuti con uteri in affitto. «Anche in questo caso siamo ottimisti»», azzarda la presidente La Delfa. «C'è una normativa europea infatti che vieta status diversi da un paese all'altro». L'altro percorso sarà quello del riconoscimento giudiziario davanti ai tribunali. Sono trecento i bambini (solo nell'ambito dei figli dei soci Arcobaleno) che hanno già un papà o una mamma ufficiale e l'altro solo di fatto .

LE REAZIONI

Per Giovanni Fantoni, genovese, in attesa col partner di avere un bimbo con maternità surrogata dall'altra parte dell'Oceano, in Canada, la sentenza «apre uno spiraglio verso la giustizia per le coppie gay. Scardina il tabù che vieta in Italia addirittura i matrimoni omo per impedire l'adozione». Ora anche Giuseppa La Delfa, promotrice delle centinaia di coppie gay che lottano, vede diversamente il futuro. «Io e la mia compagna ci siamo sposate l'anno scorso in Francia dopo 35 anni sempre insieme. Quando insomma qualcuno per battuta ci diceva che era ora di divorziare. Abbiamo avuto due figli in due paesi diversi. E' ora che il nostro paese riconosca i diritti della nostra famiglia». Ma la strada non sarà in discesa. «Il danno è fatto ed è enorme», ha tuonato l'Avvenire nel commentare la sentenza. Il leader de La Destra Francesco Storace ancora più esplicito: «Mamma e mammo per volere del tribunale. Diritto di un bambino seppellito a Roma dall'egoismo di due donne».

© RIPRODUZIONE RISERVATA