Super green pass, da quando e cosa cambia: stretta per in bar, palestre e stadi per i No vax. Nodo controlli alle frontiere

Super green pass, da quando e cosa cambia: stretta per in bar, palestre e stadi per i No vax. Nodo controlli alle frontiere
di Mario Landi
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Martedì 23 Novembre 2021, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 00:19

La nuova stretta per contenere la quarta ondata del Covid sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri di mercoledì. Al provvedimento stanno lavorando i tecnici di palazzo Chigi e dei ministeri interessati, con diverse misure e livelli d'intervento. Sul tavolo, tra le altre cose, l'obbligo di terza dose per i sanitari e la riduzione della validità del green pass che diventa, quindi, un super green pass.

Premiare i vaccinati

La posizione delle Regioni è che, in caso di un peggioramento della situazione con l'aumento dei contagi e dei ricoveri, non bisogna chiudere di nuovo il paese e non va punito chi si è vaccinato. Per dare certezze alle categorie produttive e all'economia, dunque, va introdotto un doppio binario per il green pass: un certificato che consente a chi si è immunizzato di continuare a usufruire di ogni attività sociale e ricreativa e un altro per chi ha scelto di non vaccinarsi, che permette solo l'accesso ai luoghi di lavoro e ai servizi essenziali.

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Il super green pass

Su quali siano le condizioni in cui scatta il super green pass la posizione dei presidenti non è però unanime. Alcuni di loro hanno chiesto che le limitazioni per i non vaccinati, con il divieto di entrare in ristoranti, cinema, teatri, palestre, piscine, stadi, siano operative già in zona bianca. Altri invece spingono affinché le misure scattino dalla zona gialla o arancione, dove sono previste alcune limitazioni.

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Controllo frontiere

I presidenti delle regioni più esposte, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia fino al Veneto, hanno chiesto al governo anche il ripristino dei controlli alle frontiere, con i tamponi agli aeroporti e le verifiche su chi arriva dai paesi più in difficoltà, per arginare l'ondata di contagi che arriva soprattutto dall'est Europa. Fonti ministeriali hanno sostenuto però nei giorni scorsi che un'eventuale intervento in questo senso scatterebbe solo in seguito ad una decisione dell'Ue.

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Anticipo terza dose

Una scelta è invece già stata fatta dal governo ed è la riduzione da 6 a 5 mesi dell'intervallo tra la conclusione del ciclo vaccinale e la terza dose. La circolare che stabilisce l'anticipo è stata firmata martedì dal direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza: «l'intervallo minimo previsto per la somministrazione della dose booster (di richiamo) con vaccino a m-RNA alle categorie per cui è già raccomandata (inclusi tutti i soggetti vaccinati con unica dose di vaccino Janssen) e nei dosaggi autorizzati - si legge - è aggiornato a cinque mesi (150 giorni) dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato».

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Durata green pass

Tra i provvedimenti annunciati e dati per certi, c'è anche la riduzione della durata del green pass, che passerà da 12 a 9 mesi, anche se alcuni nella comunità scientifica spingono per una durata di 6 mesi. Su questo il Comitato tecnico scientifico dovrebbe esprimere un pare ma già ad agosto, quando aveva portato la durata ad un anno, gli esperti avevano sottolineato che «la valutazione...potrà essere in futuro, eventualmente, rivista qualora emergano nuovi dati o siano pubblicati studi scientifici che orientino verso diversa conclusione».

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Obbligo terza dose per sanitari

Altra misure che non dovrebbe trovare ostacoli è l'obbligo della terza dose per i sanitari e il personale delle Rsa. Tra gli esperti si discute anche della possibilità che l'obbligo sia esteso ad altre categorie, in particolare quelle più esposte al contatto con il pubblico: forze di polizia, dipendenti della pubblica amministrazione, professori.

Nodo tamponi. Infine, dibattito aperto anche sulla validità della durata dei tamponi. Tra la comunità scientifica c'è chi sostiene che debba essere ridotta poiché i risultati non garantiscono il 100% di attendibilità: da 48 a 24 ore per i test antigenici e da 72 a 48 ore per quelli molecolari.

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