Amministrative, Salvini vede Berlusconi senza Meloni e il centrodestra rischia di spaccarsi: la Sicilia laboratorio dello scontro politico

Amministrative, Salvini vede Berlusconi senza Meloni e il centrodestra rischia di spaccarsi: la Sicilia laboratorio dello scontro politico
di Francesco Malfetano
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 30 Marzo 2022, 15:26

Niente selfie o foto di rito stavolta. Né inviti ufficiali a matrimoni (più o meno reali). Eppure ieri sera, attorno all'ora dell'aperitivo, Matteo Salvini ha fatto nuovamente visita a Silvio Berlusconi. Poco più di una settimana dopo "l'investitura" arrivata durante la Festa dell'amore, il segretario leghista è infatti sbarcato ad Arcore per un vertice che agita ulteriormente le acque del centrodestra. A far rumore più di ogni altra cosa - specie in vista della tornata elettorale di giugno - è l'assenza di Giorgia Meloni.

Sondaggi politici, perché la guerra fa bene a Giorgia Meloni ed Enrico Letta (ma non a Salvini e Conte)

La leader di Fratelli d'Italia, interrogata sul punto ha in effetti dato la misura della spaccatura. «Non mi pare che sia calendarizzato, dopodichè io sono sempre disponibile a parlare di tutto con chiarezza», ha replicato a margine di un convegno al Senato.

Netta infatti la risposta di FdI: «Di governo, discutano pure. Ma in tema di amministrative nessuno si illuda di ignorarci o di organizzare vertici senza prima esserci chiariti». Tuttavia è proprio Salvini che al termine del tête-à-tête con Berlusconi, in una nota, sottolinea come il confronto abbia toccato non solo la situazione internazionale, i rincari dell'energia o il supposto innalzamento delle tasse legato alla riforma del catasto, quanto soprattutto «i prossimi appuntamenti in vista delle elezioni amministrative». In altri termini due delle anime della mai nata federazione di centrodestra sembrano continuare a rinsaldarsi quando mancano una manciata di settimane al voto, con il rischio che la distanza con Fratelli d'Italia - già maturata a causa delle differenti posizioni assunte in Parlamento - diventi catalizzatore di un'implosione dell'area. Del resto la dinamica d'Aula delle ultime settimane, quantomeno rispetto all'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, ha avvicinato molto FdI all'azione di governo, quasi sovrapponendo sul tema del momento le diverse forze politiche. Una pax temporanea. All'orizzonte infatti c'è proprio il voto in numerosi capoluoghi di provincia a metà giugno, tra cui Genova, Palermo, Verona, Padova, Taranto, L'Aquila o Catanzaro.

Fratelli d'Italia

D'altro canto Meloni, intervistata proprio al Messaggero, rispetto alle amministrative è stata netta già la scorsa settimana. Nel dettaglio l'ex ministra ha parlato di due casi elettorali, ossia quello di Palermo e quello di Verona: «Ancora aspetto l'ok di Forza Italia sul sindaco uscente di Verona e aspetto di capire il pensiero di Lega e Fi sulla ricandidatura di Musumeci - ha proseguito - , visto che mi pare che gli uscenti sono ricandidati se non ci sono ragioni contrarie..». Il laboratorio dello scontro pare proprio essere Palermo. Nel capoluogo siciliano infatti va in scena già la lotta di potere tra due contrapposte aree di riferimento (quella del presidente di Regione Musumeci, e quella del consigliere Micciché), ma anche il riposizionamento tentato dalla lega attraverso la formazione di un gruppo moderato, "Prima l'Italia". Una lista nata la scorsa settimana da cui si è però sfilata non solo FdI ma anche Forza Italia. Tant'è che ieri Salvini avrebbe provato a mediare con Berlusconi proprio sul punto, sottolineando di «credere molto a Prima l’Italia». Gli azzurri però nella Regione vantano un bacino elettorale storico e per questo liquidano la proposta come qualcosa che «non ci riguarda». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA