Pompeo a Roma: «A Conte ho chiesto attenzione su 5G e mire cinesi». Scontro con il Vaticano

Pompeo a Roma: «A Conte ho chiesto attenzione sul 5G, Cina in Italia per scopi strategici»
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 08:56

La Cina, il 5G, le crisi nel Mediterraneo e la collaborazione bilaterale ed internazionale nel contrasto al Covid-19. Questi i temi al centro dei colloqui avuti durante il suo primo giorno di visita a Roma del segretario di Stato Usa Mike Pompeo con il premier Giuseppe Conte e il ministro degli esteri, Luigi Di Maio. Ed è scontro con il Vaticano: domani Pompeo incontrerà il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin dopo il rifiuto a un faccia a faccia da parte del Papa. Il motivo? «Trump cerca di strumentalizzare il Pontefice», ha detto oggi il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, Paul Richard Gallagher.

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«Nella mia discussione con Conte gli ho chiesto di fare attenzione alla privacy dei suoi cittadini» per quanto riguarda la creazione della rete 5G, ha detto Pompeo in una conferenza stampa alla Farnesina con Di Maio. Le tecnologie del 5G sono in gran parte cinesi ed è la Cina il cuore del discorso: «Il Partito comunista cinese - sottolinea Pompeo - sta cercando di sfruttare la propria presenza in Italia per i propri scopi strategici, non sono qui per fare partenariati sinceri». 

 


Sul 5G le raccomandazioni di Pompeo trovano sponda nel governo: «Abbiamo ben presenti le preoccupazioni» dei nostri alleati americani, «l'Italia è pienamente conscia di assicurare la sicurezza delle reti 5G.
Resta una nostra assoluta priorità e siamo a favore di regole europee comuni», dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ricordando che Roma ha già adottato una normativa «che potenzia la capacità di monitoraggio» del governo in materia, citando il golden power. «L'Italia - ha inoltre ribadito Di Maio - è saldamente ancorata agli Usa e all'Ue a cui ci uniscono i valori e gli interessi comuni ai Paesi Nato». 

 
 

«Il messaggio è chiaro: l'Italia è saldamente ancorata a Usa e Ue a cui ci uniscono interessi e valori comuni della Nato e delle democrazie. Per l'Italia ci sono alleati, interlocutori e partner economici. Un Paese come il nostro è aperto a possibilità di investimento, ma mai fuori dai confini» dell'Alleanza Atlantica, ha aggiunto poi Di Maio.

E la Cina è stata al centro in mattinata anche dell'intervento di Pompeo al simposio sulla libertà religiosa, promosso a Roma dall'Ambasciata Usa presso la Santa Sede (presenti anche il segretario di Stato della Santa sede, il cardinale Pietro Parolin, e il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher). Il segretario di Stato Usa ha denunciato come «in nessun luogo la libertà religiosa è sotto attacco più che in Cina. Questo perché, come tutti regimi comunisti, il Partito comunista cinese si considera l'autorità morale ultima. Un Pcc sempre più repressivo, spaventato dalla sua stessa mancanza di legittimità democratica, funziona giorno e notte per spegnere la lampada della libertà... soprattutto la libertà religiosa, su una scala orribile».

Un tema su cui Pompeo è tornato anche nel pomeriggio, dopo l'incontro con Di Maio: «Abbiamo lavorato per migliorare la vita del popolo cinese in tutti questi anni di amministrazione. Noi vogliamo che non ci siano violazioni dei diritti umani in quel Paese, ho scritto l'articolo per dare onore alla Chiesa cattolica che ha sempre difeso gli oppressi nel mondo. Tutti gli attori che possono mettere fine a questo regime autoritario del partito comunista cinese devono farlo».

Pompeo, nella sua visita a Roma, avrebbe dovuto incontrare il Papa ma il Vaticano nei giorni scorsi ha rifiutato l'incontro perché in piena campagna elettorale Usa per la rielezione di Trump. Anche l'organizzazione unilaterale del simposio, tuttavia, ha generato uno scontro formale tra Vaticano e amministrazione Trump: il
 segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, Paul Richard Gallagher ha definito l'iniziativa una strumentalizzazione del Papa mentre il presidente Trump è alle battute finali della campagna elettorale. «Sì, e questa è proprio una delle ragioni per cui il Papa non incontrerà il segretario di Stato americano Mike Pompeo», ha detto Gallagher.

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