Fondi europei per opere fuori dal Pnrr, Giani: «Quelle risorse ci servono per fare strade e ponti. Pronti a spendere tutto»

Fondi europei per opere fuori dal Pnrr, Giani: «Quelle risorse ci servono per fare strade e ponti. Pronti a spendere tutto»
di Francesco Bechis
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Lunedì 7 Agosto 2023, 07:46

Un fremito di sincera preoccupazione attraversa il presidente della Regione Toscana del Pd Eugenio Giani, «il governo trovi una soluzione per i progetti definanziati del Pnrr», dice al Messaggero, «non possiamo farne a meno».

Presidente de cosa chiederete a Fitto?
«Siamo preoccupati, anche a nome degli enti locali con cui ci coordiniamo, per i 16 miliardi di progetti tagliati dal piano da un giorno all'altro. Non idee, ma progetti concreti, diversi dei quali già pronti a partire».

Di cosa parliamo?
«Alla luce delle materie definanziate, a pagare il prezzo più alto è l'Italia che cerca di prevenire le calamità naturali, difendere il suolo, investire sulla mobilità sostenibile, su una sanità di prossimità, tra centri operativi territoriali e ospedali di comunità».

Quali progetti teme di perdere la Toscana?
«Abbiamo fatto i conti a casa.

Con la rimodulazione del piano vengono meno progetti per 848 milioni di euro, per la Sanità invece 150 milioni, in tutto circa un miliardo. Senza contare le opere parzialmente definanziate».

C'è la possibilità che il governo cerchi coperture per i progetti usciti dal Pnrr anche dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc), che destina alla Toscana più di 600 milioni di euro. Vi opporrete?
«Sì, perché quel fondo è completamente diverso e usarlo per coprire i vuoti del Pnrr è impensabile. È l'unico fondo, ad esempio, a cui si può fare riferimento per realizzare strade o renderle più moderne».

Quindi?
«Quindi svuotare quella cassaforte per noi è un serio problema. I fondi del Pnrr infatti non si possono usare per costruire il manto stradale. All'epoca la reputarono una possibile fonte di inquinamento. Decisione incomprensibile: fra pochi anni sarà obbligatorio usare auto elettriche e le strade non inquineranno».

In altre parole, non volete che il governo tocchi il fondo di sviluppo ripartito tra le Regioni.
«Esatto. Quei fondi ci servono per realizzare importanti collegamenti. Penso alla Tangenziale a Nord-Est di Pisa, ai lotti della Tirrenica, al tratto tra Siena e Grosseto».

C'è un problema: i dati dimostrano che le Regioni non riescono a spendere facilmente i fondi europei.
«Questo argomento, il pessimo trend di spesa nella programmazione 2014-2020, ricorre in ogni riunione. Ebbene, non ha nulla a che vedere con la Toscana. Noi abbiamo speso tutti i soldi e lo abbiamo fatto per opere fondamentali. Per quanto ci riguarda è un falso mito».

Il Pnrr ha una scadenza ravvicinata: giugno 2026. Le opere che non sono pronte entro quel traguardo perdono i fondi Ue.
«Noi sul Pnrr abbiamo messo solo progetti che siamo sicuri di realizzare entro quella scadenza. Alcuni di questi erano priorità. Penso agli ospedali di comunità».

Sulle strutture sanitarie nel Pnrr quasi tutte le Regioni sono indietro, anche a causa dei rincari dei materiali.
«Il taglio del governo è stato comunque drastico. Ci hanno chiesto di ridurre di quasi un terzo questi progetti: ospedali, case di comunità, Centrali operative territoriali, molte di queste avevano una progettazione definitiva».

Il governo ha intanto ottenuto il via libera all'erogazione di terza e quarta rata del Pnrr entro fine anno. Siete fiduciosi?
«Mi auguro sia davvero così. Il Pnrr è il volano per lo sviluppo dell'Italia. Una partita che ci vede tutti in campo».
 

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