Di Maio sfida Conte: Manovra torni in cdm. Barricate M5S su contanti e partite Iva

Di Maio sfida Conte: Manovra torni in cdm. Barricate M5S su contanti e partite Iva
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Giovedì 17 Ottobre 2019, 21:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 07:34

Manovra, Luigi Di Maio sfida Giuseppe Conte. Il ministro degli Esteri guida il Movimento 5 stelle su una linea barricadera sulla manovra. E chiede che il testo torni «lunedì» in Consiglio dei ministri. La risposta di Conte è tranchant: il via libera, sia pure salvo intese, già c'è stato, lunedì si esaminerà solo un decreto sul terremoto. Ma la questione non sembra affatto chiusa. Il premier, che descrivono parecchio seccato dalle sortite di M5s e Iv, chiede «lealtà» ai partiti di governo e li invita a «collaborare» nella lotta all'evasione.

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Ma i pentastellati fanno trapelare molti malumori, dal tetto al contante alle multe per chi non installi pos, fino alla stretta sulle partite Iva: il Cdm, insistono, deve riesaminare la legge di bilancio nella riunione di lunedì. La Commissione europea potrebbe chiedere chiarimenti al governo, con una lettera, sulle coperture e i saldi della legge di bilancio: «Se serve li daremo, siamo molto sereni su questo», dice Conte al suo arrivo a Bruxelles per il Consiglio europeo. Ma è il fronte interno a impensierire di più. Perché da M5s e Iv fioccano distinguo e annunci di emendamenti alla manovra. Sullo sfondo, è il sospetto che circola tra i parlamentari, ci sarebbe una partita di Di Maio e Renzi per sostituire Conte.

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Di Maio dice «stai sereno con tocco renziano», osserva velenoso Matteo Salvini, che accusa il governo «Dracula» di mettere nuove tasse. Il premier, sul Corriere della sera, cita proprio il caso Salvini per testimoniare di «non temere ribaltoni». Al Senato, dove Renzi è determinante, secondo una fonte Cinque stelle in caso di ribaltoni non solo rischierebbe di spaccarsi il gruppo M5s ma ci sarebbe una decina di senatori Fi pronti a venire in soccorso di Conte, magari con appoggio esterno. Ma tra renziani e 5s c'è chi osserva: «La legislatura è solida, il governo no». La manovra è intanto ogni giorno di più terreno di scontro. Sono le quattro di notte a Washington quando Di Maio si collega in diretta su Facebook per spiegare che la legge di bilancio è ancora da scrivere e che tornerà in Cdm lunedì. Non esiste, ribattono Conte e il Pd. Ma Di Maio convoca i ministri M5s al ritorno dagli Usa per ridiscutere le cose che non vanno, dalla stretta sulla flat tax per le partite Iva (con tetto al reddito e ai rimborsi), a tutto il pacchetto contro l'evasione fiscale.

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«È una follia», dichiara Stefano Buffagni, voler cambiare le norme sulle partite Iva. Quanto alla stretta anti evasione, i M5s denunciano il rischio che abbassare il tetto al contante da 3000 a 2000 euro e mettere multe per i commercianti che non usino il pos, penalizzi i piccoli. Al ministero già si lavora a una riduzione delle multe sui pos, ma Conte difende a spada tratta il suo pacchetto anti evasione, incluso il tetto al contante. E aggiunge che la manovra non aumenta le tasse, come sostiene l'opposizione: «C'è un aggravio selettivo ma la pressione fiscale cala, non aumentano le tasse per 10 miliardi perché vengono contati 3,6 miliardi recuperati dalle frodi». L'accusa di volere nuove tasse viene anche da Iv. Il ministro Roberto Gualtieri annuncia una Sugar tax sulle bibite con zuccheri aggiunti. Esulta il ministro Lorenzo Fioramonti che vorrebbe anche una tassa sulle merendine e chiede di destinare i fondi alla scuola. Ma Luigi Marattin, a nome di Matteo Renzi, annuncia un emendamento per cancellare la tassa.

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Si litiga anche sul carcere agli evasori. Conte riunisce a Palazzo Chigi un tavolo sulle frodi fiscali, per concordare la norma da inserire nel decreto fiscale, dove c'è l'inasprimento della sola pena per la dichiarazione fraudolenta. Ci sono il ministro Alfonso Bonafede per il M5s, Michele Bordo per il Pd, Pietro Grasso e Maria Cecilia Guerra per Leu, Giuseppe Cucca per Iv. Alla fine fonti governative M5s affermano che c'è una prima intesa di massima. Dal Pd spiegano che ci sono nodi come le soglie di punibilità dei reati (Renzi le alzò, M5s vorrebbe farle scendere). Ma Italia viva dice un altro no: nessuna intesa.

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