Conte corregge Grillo: «Niente diktat sui due mandati». Ai 5Stelle solo 40 posti in Parlamento

L'avvocato apre la porta a Di Battista: "Ma deve inserirsi nel nuovo corso". Malumore dei peones: fate entrare Casalino e noi restiamo fuori

Conte corregge Grillo: «Niente diktat sui due mandati». Ai 5Stelle solo 40 posti in Parlamento
di Caris Vanghetti
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 06:28 - Ultimo aggiornamento: 10:01

In casa 5 stelle è scattato l'allarme rosso per i seggi in Parlamento, dove secondo le prime proiezioni il Movimento non dovrebbe riuscire a portare più di una quarantina di parlamentari, tra deputati e senatori. Con questi numeri si preannuncia una falcidie, visto che alle elezioni del 2018 tra Camera e Senato gli eletti furono quasi 340. Le prime previsioni che girano tra i pentastellati hanno fatto ghiacciare il sangue a tutti. E non sono molti a sperare di riuscire a migliorare queste previsioni facendo ricorso al gioco delle alleanze, dal momento che un'intesa con il Partito Democratico sembra ormai impercorribile. E così anche per coloro che tra i pentastellati pensavano di poter sperare in una scialuppa di salvataggio offerta dal Partito Democratico, magari solo per quei big che hanno alle spalle già due mandati parlamentari nel partito di Grillo, e per questo non ricandidabili, si preannunciano tempi duri.

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LA SCIALUPPA
Dopo il primo fine settimana di riflessioni dalla fine del governo Draghi, è ormai chiaro che in casa 5 stelle nessuno avesse messo realmente in conto la caduta dell'Esecutivo, e così anche i pentastellati più battaglieri che avevano minacciato sfracelli in caso di un'uscita del loro partito dall'alleanza di governo, ora si trovano a fare i conti con una situazioni imprevista. Nessun piano A e nessuno piano B già elaborato, ma solo una rincorsa degli eventi che più si evolvono e più fanno percepire la gravità dell'errore commesso. Anche Grillo ci sta mettendo del suo tirando avanti per la strada di non concedere deroghe per un terzo mandato a nessuno, compresi i volti storici. Ieri sera però Conte, pur precisando di condividere «questo principio», ha fatto capire che la sua opinione è piuttosto diversa da quella del fondatore: il limite dei due mandati «non è un diktat» ha detto, parlando al programma televisivo Filorosso su Rai3.

 

«Siamo in situazione complicata, una fase in cui alcune esperienze gioverebbero molto al Movimento. Stiamo discutendo, scioglieremo la riserva a breve». E così si riapre uno spiraglio per tanti pezzi grossi grillini. Come la vicepresidente del Senato, Paola Taverna, fedelissima del comico genovese o come gli ex ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, uomini di punta del dream team di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Restano pochissime invece le chance per il capogruppo alla Camera Davide Crippa, che ieri si è dimesso in dissenso con la linea dell'avvocato e con la scelta di aver fatto cadere il governo Draghi (ma ieri Conte ha dichiarato di aver apprezzato il suo gesto: la scelta di dimettersi «gli fa onore, è un elemento di chiarimento».
Possono sperare in una deroga invece il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera Giuseppe Brescia e soprattutto il presidente della Camera, Roberto Fico.


CANDIDATI DALL'ALTO
Come se non bastassero le previsioni fosche di una caporetto elettorale, a far peggiorare le cose nel Movimento 5 Stelle, ci sono quelle che da molti parlamentari sono definite le candidature calate dall'alto, a partire da quel Rocco Casalino portavoce di Conte (il quale in verità continua a smentire categoricamente tale possibilità), passando per il russofilo Alessandro Orsini, per arrivare al sociologo Domenico De Masi. E non destano meno fastidio, benché assolutamente organiche al partito di Grillo, e comunque portatrici indiscusse di voti, le candidature di Virginia Raggi, Chiara Appendino e Alessandro Di Battista. A quest'ultimo ieri sera Conte ha aperto la porta del Movimento, ma aggiungendo: «Il M5s ha lavorato tanto per indirizzare il nuovo corso, abbiamo uno statuto, degli organi politici, se lui vuole tornare deve inserirsi in questa struttura».
Poi ci sono i posti che Giuseppe Conte potrebbe chiedere per i suoi fedelissimi al primo mandato, a meno che Grillo non decida di fare piazza pulita non solo dei parlamentari ma anche di una leadership che è riuscita a mettere a segno un tale disastro politico per il Movimento.
 

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