Rosatellum come funziona? Ecco perché la legge premia le coalizione coese (e quindi il centrodestra)

Sistema misto che per i 2/3 si compone di collegi plurinominali proporzionali

Rosatellum come funziona? Ecco perché la legge premia le coalizione coese (e quindi il centrodestra)
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Martedì 26 Luglio 2022, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 20:20

C'è chi l'ha definita la «peggiore legge elettorale della storia». Eppure il Rosatellum (che prende il nome dal deputato Ettore Rosato che ne fu l'ideatore nel 2017 non solo è pienamente costituzionale (a differenza delle precedenti, Porcellum e Italicum) ma sembra destinato a segnare l'avvio di fase politica per il Paese , così come avvenne nel 2018, con l'avvento del M5S in Parlamento. Le regole che fissa, se unite a considerazioni di natura politica e strategica, infatti sembrano premiare i partiti riuniti in coalizione.

Le regole del Rosatellum 

Innanzitutto questo è dipeso dalla natura della legge stessa: un sistema mistoche per i 2/3 si compone di collegi plurinominali proporzionali (il 61% del totale) con liste bloccate e per un 1/3 di collegi uninominali maggioritari dove vince chi prende un voto in più (il 37% dei seggi). A ciò va aggiunto un 2% di seggi delle circoscrizioni all’Estero, assegnati con metodo proporzionale.  In questo scenario, l'elemento dirimente viene rappresentato dai collegi eletti con maggioriario, dove le coalizioni, se costituite, presentano candidati comuni e dove vince chi prende anche un solo voto in più, secondo la logica inglese del "first past the post". Ma a produrre un effetto polarizzante che agevola il raggruppamento in coalizione sono anche le soglie di sbarramento. Perché se per le liste di singoli partiti il limite da superare è quello del 3%, per le calizioni si sale al 10%. Con i partiti tra l'1% e il 3% che se inseriti in coalizioni possono riversare i loro voti pro quota sulle liste coalizzate che superano il 3%. In cambio questi ricevono dai partiti maggiori, collegi uninominali  sicuri,vedendosi riconosciuto il diritto di tribuna. Sorte peggiore spetta a quelli sotto l'1% che invece vanno completamente persi. Infine, non è possibile votare un candidato all'uninominale e una lista che non sia ad esso collegato per la parte proporzionale.

Se nel 2018, per via della sua natura ibrida, questa legge segnò l'affermazione del M5s, questo du dovuto al fatt che l'Italia in quel momento attraversava una fase tripolarizzante. Che tuttavia oggi pare difficile ripetersi. Visto che molte delle componenti ch avrebbero dovuto costitutire il Grande centro sembrano aver avviato interlocuzioni a destra a sinistra.

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L'effetto del taglio dei parlamentari 

A ciò si sommano gli effetti prodotti dal refendum voluto dei grillini che ha condotto a una radicale riduzione degli scranni nelle due Camere. Taglio che, i pentastellati avrebbero voluto "correggere" con una legge elettorale di tipo proporzionale. Un progetto, il loro, targato 2023 e che quindi non verrà più alla luce per questa legislatura. 

Questo vuol dire che solo 147 deputati su 400 e 74 senatori su 200 saranno eletti con il sistema maggioritaro e che quindi i collegi a cui dovranno far riferimento saranno ben più ampi di quelli delle prcedenti elezioni. Con l'incognita, dietro l'angolo, anche per i seggi «sicuri». Perché il peso di un partito incide di meno in un territorio più ampio, e a  zone urbane sotto il controllo della sinistra possono contrapporsi nella stessa Provincia zone in mano a partiti di destra. 

Un'ulteriore novità introdotta dalla legge costituzionale 1/2021 che parificato l' elettorato attivo a 18 anni 

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Alleanze politiche 

Dirimente, diventa dunque la strategia politica dei partiti. Se al momento appere chiaro che il centrodestra andrà al voto unito- nonostante il nodo della premiership - il centrosinistra per massimizzare l'elezione e competere con lo schieramento avverso dovrà massimizzare l'alleanza con i centristi. 

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