Togliere il voto agli anziani. L'ultima boutade di Beppe Grillo arriva dal suo blog proprio mentre in Parlamento si discute di abbassare l'età dell'elettorato attivo e passivo e a Palazzo Chigi si riaccende lo scontro sulle pensioni e quota 100. «Se togliessimo il diritto di voto agli anziani?» propone il fondatore del M5s che usa questa provocazione per lanciare un dibattito per nulla peregrino: «cosa dovrebbero fare le democrazie quando gli interessi degli anziani sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni?».
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Grillo cita numeri, filosofi, statistiche: «i dati dimostrano senza ombra di dubbio che le decisioni prese dalle generazioni più anziane influenzano gli interessi delle generazioni più giovani e non ancora nate». Non nasconde il pericolo che possa trattarsi di una proposta discriminatoria ma il suo ragionamento alla fine è assolutorio: «tutti, alla fine, diventiamo anziani. Quindi non c'è ingiustizia» taglia corto. Ma il sasso lanciato nell'acqua per nulla placida della politica lo affonda. «Non ho letto le dichiarazioni di Grillo, ma adesso facciamo dei sondaggi vediamo qual è l'orientamento di voto e poi decidiamo...» ironizza il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il M5s, fatta eccezione per sparuti casi come quello della dissidente Elena Fattori («Non ho mai votato pensando a me stessa ma ai nipoti dei miei nipoti» afferma), non raccoglie la provocazione.
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E mentre Giorgia Meloni chiede l'intervento del Presidente della Repubblica, anche il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ironizza: «forse Grillo ha paura di perdere la Liguria!». Proprio quella regione italiana che da anni detiene il primato non solo degli anziani residenti, ma ora anche quello dei cittadini centenari.
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