Ilaria Salis, ecco quali sono le strategie per riportare la docente in Italia

Il dibattito non sembra scemare sul caso della 39enne italiana Ilaria Salis detenuta nel carcere in Ungheria. Il governo si sta muovendo per tentare di riporla in Italia, l'ipotesi è quella di chiedere gli arresti domiciliari in Italia

Ilaria Salis, le strategie per riportarla in Italia
di Monica De Chiari
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 17:45

Il caso di Ilaria Salis continua ad essere al centro del dibattito politico italiano, non mancando di suscitare numerose polemiche. La domanda che tutti si pongono è se la 39enne riuscirà a tornare in Italia e se si, con quale strategia e soprattutto a quali condizioni.

 

La strategia per riportarla in Italia 

L’italiana è detenuta da quasi un anno in carcere a Budapest perché accusata di aver aggredito due estremisti di destra, due giorni fa compare in aula a processo in catene. Un'immagine che ha fatto e continua a far discutere e che vede il governo lavorare per trovare una soluzione in tempi rapidi. La premier Giorgia Meloni ha sentito al telefono il primo ministro ungherese Viktor Orban «nel pieno rispetto dell’indipendenza e autonomia della magistratura ungherese».

L’obiettivo per ora è quello di ottenere pene alternative da scontare in Italia. Se si parla appunto dell’ipotesi di arresti domiciliari in Italia, i giudici ungheresi hanno già respinto nel giugno scorso la richiesta per il trasferimento di Salis agli arresti domiciliari, avanzata dagli avvocati della 39enne. Il motivo era il pericolo di fuga. A quanto si apprende, la richiesta potrebbe essere rivalutata solo a seguito di una preventiva applicazione dei domiciliari in Ungheria, su decisione dei giudici: solo in seguito a questa disposizione, quindi, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di applicare la decisione quadro del Consiglio europeo per il reciproco riconoscimento delle decisioni sulle “misure alternative alla detenzione cautelare”. Un'altra possibilità sarebbe quella di ricorrere alla giurisdizione europea, un'eventualità che rientra già nella strategia difensiva di uno degli avvocati di Ilaria Salis Eugenio Losco: «Stiamo valutando la possibilità di fare ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per la violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che è già costata altre condanne all’Ungheria», ha spiegato. «La violazione è palese, visto come è stata portata con un guinzaglio in aula».

 

La Lega 

Nel frattempo le discussioni politiche infiammano ulteriormente il tema, che non ci ha messo molto a vedere schierati fronti opposti. La Lega in una nota ha ricordato che «le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti», ma ha anche aggiunto che «il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega. Le sue vicissitudini offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza». Arriva la replica del legale dell’italiana detenuta in Ungheria. «Ilaria Salis è stata assolta per non aver commesso il fatto in relazione all’episodio dell’aggressione al gazebo della Lega nel 2017", ha sottolineato Losco "la signora Salis non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video prodotto in atti. Il giudice nella sentenza ha specificato che risulta aver partecipato solo al corteo senza in alcun modo aver partecipato all’azione delittuosa di altre persone nè di aver in qualche modo incoraggiato o supportato altri a farlo».

Il Pd con Elly Schlein

A rispondere alla Lega è stata anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein che tuona: «La Lega anziché battersi per non vedere calpestata la dignità di una cittadina italiana si mette a rovistare nel suo passato, ancora prima che sia pronunciata sentenza ha già deciso la colpevolezza, e mette altre catene ai polsi e alle caviglie di Ilaria Salis richiamando accuse su cui è già stata assolta. In questa nostalgia di Medioevo dove sparisce la presunzione di innocenza, "Savini" fa «affermazioni di un paternalismo insopportabile, ma se sostiene che chi è accusato di lesioni non possa fare la maestra viene da chiedergli come possa, chi è accusato di sequestro di persona, fare il ministro».
Il dossier è ora nelle mani del ministero degli Esteri e della Giustizia che dovranno gestire una situazione non facile tentando di riportare a casa la cittadina italiana senza però rischiare di sorpassare i limiti giurisdizionali imposti dal fatto che si tratta di un processo al di fuori dei confini dell'Italia. 


Dall'altra parte la premier Giorgia Meloni deve fare i conti con i molti attori in gioco, in primis il suo alleato Matteo Salvini, che non ha mancato di mostrare severità sulla questione, e il presidente ungherese Orbàn, con il quale Meloni ha sempre ribadito di avere un ottimo rapporto e, non di meno, e non certo meno importante, l'Europa, che potrebbe entrare in partita se le cose dovessero peggiorare. 

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