Giulia Cecchettin, formazione per studenti e corsi per docenti: come sarà il progetto educazione anti-femminicidi nelle scuole

Coinvolti gli insegnanti e anche gli studenti, che potranno proporsi per ricevere una formazione specifica sui temi più sensibili, da condividere con i loro coetanei

Istruzione, dopo il caso di Giulia Cecchettin arriva il progetto di educazione nelle scuole: come funziona
di Riccardo Palmi
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Lunedì 20 Novembre 2023, 16:15 - Ultimo aggiornamento: 16:16

Il caso di Giulia Cecchettin dà un'accelerazione sul tema del contrasto ai femminicidi e all'educazione nelle scuole. «Mercoledì daremo una prima risposta importante, varando queste linee guida di educazione alle relazioni. Sarà qualche cosa di molto importante per la scuola italiana». Così il ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato il piano del governo sul fronte educativo.  I dettagli saranno svelati mercoledì, ma nel frattempo alcuni elementi sono trapelati: esso prevederà di certo formazione specifica dei docenti e coinvolgimento dei ragazzi.

Cosa cambia

Partiamo dagli insegnanti: i docenti dovranno ricevere dei corsi di formazione ad hoc e poi affrontare la questione nel corso delle 33 ore di educazione civica già previste nell’anno scolastico.

Saranno coinvolte anche figure esterne (con tutta probabilità degli psicologi).

Il secondo aspetto riguarda gli studenti stessi, che saranno coinvolti in prima persona: una dozzina (al massimo) per scuola potranno proporsi per ricevere una formazione specifica sui temi più sensibili, da condividere con gli altri allievi. Nella terminologia anglosassione, una “peer education”, ossia un'istruzione tra pari, finalizzata a evitare un approccio troppo cattedratico alla questione.

Si partirà di certo dalle scuole superiori, ma non è esclusa un'estensione anche alle classi inferiori. Sul coinvolgimento delle opposizioni rispetto alle iniziative in atto, la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, dialogando con La Stampa, ha detto: «Siamo disponibilissimi a lavorare a una legge con l'opposizione. Su che cosa fare però è necessario aprire una riflessione seria». Per questo «bisogna verificare quali sono le azioni davvero efficaci. La Svezia, per esempio, ha un tasso di violenza contro le donne e un numero di femminicidi più alto rispetto all'Italia eppure ha l'educazione sessuale nelle scuole». L'educazione al rispetto, ha sottolineato ancora Roccella, deve avvenire «fin dalla più tenera età». 

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Gli altri temi

Nel frattempo, in Senato si punta ad approvare il nuovo ddl Femminicidi che punta a rafforzare le misure a tutela delle donne. Il provvedimento sarà domani sul tavolo della Commissione Giustizia al Senato, che si riunirà dalle ore 11. Fonti parlamentari riferiscono che la giornata sarà dedicata al progetto di legge, che ha avuto il via libera dalla Camera. L'obiettivo è accelerare, contando sull'unità di intenti tra maggioranza e opposizione, anche per arrivare a un testo definitivo prima del 25 novembre, quando cade la prima della Giornata internazionale contro la  violenza sulle donne.

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