Election day, chi vota l'8 e il 9 giugno: la sfida in più di tremila comuni. Ecco come funziona

Arriva la conferma dal Consiglio dei Ministri per l'Election day che accorperà le elezioni europee con quelle amministrative e regionali. Sono più di 3000 i comuni che andranno al voto

Elezioni 2024, tra regioni comuni ed Europee, ecco e sfide delle comunali
di Monica De Chiari
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 12:41 - Ultimo aggiornamento: 15:56

È arrivato il via libera da parte del Consiglio dei ministri per il decreto legge Election Day, un provvedimento che, tra le altre cose, accorpa la data delle elezioni europee, del primo turno delle amministrative e delle regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria. Le date fissate per l'accorpamento sono sabato 8 e domenica 9 giugno. È quanto ha confermato il ministro Calderoli. In questo modo, alle regionali e alle comunali, il voto cade nel weekend e non la domenica e il lunedì come è avvenuto in passato. Via libera del governo anche al terzo mandato nei comuni che hanno tra 5 mila e 15 mila abitanti, mentre sotto i 5 mila il limite è stato eliminato. Nel 2024, saranno circa 3.700 i Comuni al voto. Tra i Comuni che sicuramente dovranno eleggere un nuovo sindaco e Consiglio comunale ci sono anche 27 capoluoghi di Provincia di cui sei capoluoghi di Regione: Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia, Potenza. Si aggiungeranno all'elenco anche gli eventuali Comuni in cui i Consigli saranno sciolti prima del 24 febbraio 2024. L'elenco completo dei Comuni che andranno al voto non è ancora completo, perché saranno incluse anche le amministrazioni che chiuderanno in anticipo il loro mandato da qui al 24 febbraio. 

Come funzionerà il voto

Alle elezioni comunali 2024, come negli scorsi anni, la legge elettorale sarà diversa a seconda della popolazione residente nel Comune. Per i Comuni con più di 15mila abitanti ci sarà un primo turno, con possibilità di voto disgiunto (cioè si potrà votare un candidato sindaco e poi una lista non collegata a lui), e se un candidato avrà il 50% più uno dei voti validi sarà eletto. Se invece nessuno avrà avuto la maggioranza assoluta, si procederà con un secondo turno e si effettuerà il ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più voti al primo turno.
Nei Comuni con meno di 15mila abitanti, si svolge un primo turno in cui è possibile il voto disgiunto.

Viene eletto il candidato sindaco che ha preso la maggioranza dei voti, anche se non ha superato il 50% dei voti validi. Se c'è un solo candidato, viene eletto a condizioni che sia andato a votare almeno il 40% della popolazione, e che il candidato abbia ottenuto la metà dei voti validi. 

Le sfide nei comuni 


Alleanze in trattativa sotto il cielo fiorentino che sarà chiamato a rinnovare il suo sindaco. Gli schieramenti per la corsa a Palazzo Vecchio sono ancora in via di definizione, con le incognite a prevalere sulle certezze. Conseguenza diretta di uno scenario fiorentino che si annuncia più contendibile del solito. Da un lato c’è la fine del secondo mandato del sindaco, Dario Nardella (che quindi non si ricandiderà), dall’altro l’ascesa del centrodestra che, dopo aver conquistato 7 province su 10 in Toscana, ha messo nel mirino il capoluogo regionale. Per ora il centrodestra sembra non aver ufficializzato nessun candidato. Intanto, nel rebus elettorale fiorentino, il principale elemento di incertezza sono le alleanze elettorali (soprattutto a sinistra), al centro di trattative incrociate che potrebbero riscrivere la composizione delle squadre in campo. Le scelte per ora vanno da Sara Funaro, Cecilia Del Re e Dimitri Palaji tutti e tre iscritti nel perimetro del centro sinistra. 

A Perugia scende in campo nella corsa a Sindaco l'ex consigliere comunale Massimo Monni, una candidatura fuori dal centrosinistra e dal centrodestra e che, come sorta di terzo polo, "politicamente si colloca all'interno di uno schieramento riformista, moderato e popolare, rivolta a tutti i cittadini di Perugia". Le liste a sostegno di Monni saranno almeno due, una civica e una più politica. Dall'altra parte sarà Margherita Scoccia la candidata per il centrodestra. A Pescara il candidato di centro sinistra è Carlo Costantini che vede dalla sua Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle, di Azione, di Verdi-Sinistra Italiana e di Radici in Comune. I suoi avversari saranno Calo Masci candidato con il centrodestra e Domenico Pettinari, attuale consigliere regionale che dopo essere uscito dal Movimento 5 Stelle è pronto a correre alla guida di una serie di liste civiche. 

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