Canone Rai, Giampaolo Rossi: «Governo ci chiede sacrifici in una fase difficile»

Il dg di Viale Mazzini fa il punto a Stresa: «Non capisco bene cosa si intenda per privatizzazione della Rai, il servizio pubblico è un valore del sistema democratico»

Giampaolo Rossi sul taglio del canone Rai: «Governo ci chiede sacrifici in una fase difficile»
di Riccardo Palmi
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Sabato 11 Novembre 2023, 16:25 - Ultimo aggiornamento: 19:00

«Credo sia una fase storica molto difficile dal punto di vista economico, c'è un governo che sta chiedendo sacrifici per affrontare questa fase e questa è un'operazione finalizzata a dare un contributo». Così il dg di Viale Mazzini, Giampaolo Rossi, ha commentato il taglio (da 90 a 70 euro) del canone Rai nel suo intervento al convegno della Fondazione Iniziativa Europa a Stresa.

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Il servizio pubblico oggi

Rossi ha poi parlato delle difficoltà del servizio pubblico oggi: «Noi viviamo in una fase storica in cui i mercati televisivi sono aggrediti da player internazionali che entrano in questi mercati e disintermediano i mercati stessi» e per questo «in tutti i Paesi europei la difesa del servizio pubblico è una priorità non solo democratica» ma anche «industriale» garantendo «la tenuta di filiere industriali soprattutto nel mondo della cultura». Il dg di Viale Mazzini ha poi fatto il paragone con altri storici canali europei: «la Bbc, France Television e il servizio pubblico tedesco hanno risorse di gran lunga superiore alla Rai e la Rai in realtà ha una produzione di contenuti pari a quella delle altri Paesi europei». Ecco perché la tv pubblica italiana «agisce anche sul mercato pubblicitario». In questi mesi, si parla molto del tema degli ascolti: «un dibattito surreale» per Rossi, secondo cui «alcuni programmi hanno difficoltà, è un dato di fatto ma nel complesso l'analisi sull'andamento degli ascolti attuali deve tener conto del cambiamento del modello televisivo». È in corso uno «spostamento della fruizione televisiva sul video on demand.

Ad esempio "Mare fuori" ha avuto un grande seguito su Rai2, e ha fatto 7 milioni di visualizzazioni su Raiplay».

A proposito del suo rapporto con Roberto Sergio, Rossi ha detto: «Ci conosciamo da tantissimi anni» e «l’ad della Rai è nominato dal Mef e il direttore generale è nominato dall’ad, quindi io sono stato nominato da Roberto Sergio. A lui mi lega un’amicizia personale e una straordinaria collaborazione», negando ogni competizione e attrito con l’amministratore delegato, il cui mandato scade a giugno.

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Le ipotesi di privatizzazione

Infine l'ultimo passaggio sulle ipotesi (vere o presunte) di privatizzazione della Rai: «Non capisco bene cosa si intenda» ha risposto Rossi, in quanto «in tutta Europa i servizi pubblici come la Rai nascono come valore del sistema democratico in quanto garanti di un racconto plurale della nazione e a difesa dell'industria culturale. Nessuno si sognerebbe in Francia e nemmeno nella liberale Gran Bretagna di privatizzare la Bbc. Anzi in Gran Bretagna recentemente hanno bloccato il progetto del governo Johnson di vendita di Channel4, la tv di Stato ma finanziata dalla pubblicità, proprio perché i broadcaster pubblici rappresentano un argine all'invasione dei grandi gruppi internazionali e globali».

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