Acca Larentia, Piantedosi: «Tradito il ricordo della tragedia». Scontro con Schlein che attacca Meloni

Cento identificati per i saluti romani

Acca Larentia, 100 identificati per i saluti romani alla commemorazione. Oggi il question time alla Camera
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 14:29 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 07:27

«Sciogliere i gruppi neofascisti». «Ma i vostri governi non lo hanno mai fatto». Va in scena al question time alla Camera un botta e risposta tra la segretaria dem Elly Schlein ed il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo l'adunata nera con centinaia di braccia tese alla commemorazione di via Acca Larentia di domenica scorsa. Anche se il vero obiettivo di Schlein è la premier Giorgia Meloni, che non si è ancora espressa sul caso: «il suo silenzio è imbarazzante», accusa. Intanto, ancora saluti romani oggi nella Capitale, alla commemorazione di Alberto Giaquinto, ucciso il 10 gennaio 1979 durante una manifestazione in occasione proprio del primo anniversario della strage di Acca Larentia.

Piantedosi al question time

Interrogato dalla segretaria del Pd, Piantedosi si è presentato alla Camera affermando che il raduno neofascista, riproponendo «gesti e simboli che rappresentano un'epoca condannata dalla storia», ha «tradito lo spirito della commemorazione» di una «tragedia così grave».

Ha poi difeso l'operato delle forze di polizia, che hanno «adottato lo stesso modulo operativo seguito nelle analoghe manifestazioni effettuate negli anni scorsi»: e se domenica i partecipanti erano mille, nel 2018 erano addirittura tremila. La questura di Roma, ha sottolineato, «ha assicurato lo svolgimento della manifestazione senza che si verificassero incidenti, privilegiando le attività di osservazione, più proficue per l'acquisizione di elementi utili da sottoporre all'autorità giudiziaria ai fini dell'accertamento dell'eventuale commissione di reati». A 5 esponenti di Casa Pound è stato contestato il delitto di apologia del fascismo. Il titolare del Viminale ha quindi respinto l'appello a sciogliere i gruppi estremisti, per «la particolare complessità dei presupposti previsti dalla normativa vigente», che non ha permesso neanche a governi sostenuti del Pd di adottare iniziative in questo senso.

Il botta e risposta

La risposta del ministro ha lasciato «profondamente insoddisfatta» Schlein. «Continueremo ad insistere - ha assicurato - che queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte, come chiede la Costituzione, perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza. Sono sbagliati i divieti della legge Scelba e della Costituzione? Noi non lo crediamo. Abbiamo presentato una proposta di legge, firmata anche da esponenti di altre forze di opposizione, che raccoglie la spinta delle associazioni antifasciste per rendere ancora più chiara la disciplina, che punisce chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo». C'è quindi l'attacco a Meloni, che «ha parlato 3 ore la settimana scorsa, ma le sarebbero bastati 10 secondi per dichiararsi antifascista, come la Costituzione su cui ha giurato. Siccome ha detto più volte di non essere ricattabile, ci chiedevamo chi la stesse ricattando. Beh, si sta ricattando da sola evidentemente, perché resta in ostaggio del suo passato, da cui continua a non voler prendere la distanza». Critico anche il leader M5s Giuseppe Conte: «avere un presidente del Consiglio - ha detto - che non spende una parola e che, come sempre, mette la testa sotto la sabbia quando c'è qualche posizione critica e non riesce a dare ai cittadini italiani un'indicazione del fatto che gesti fascisti che rievocano l'apologia del fascismo non sono permessi, è grave». Respinge le accuse al mittente il ministro della Difesa, Guido Crosetto: «ho sempre preso le distanze da ogni manifestazione che ricordi i regimi passati». Mentre per il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti «è vergognoso che la segretaria del Pd Schlein, che oggi ha manipolato il manipolabile, non abbia espresso una sola parola di condanna per gli assassini dei giovani missini di Acca Larentia e neppure abbia chiesto che dopo quarantasei anni sia resa loro giustizia». Duri invece l'Anpi, che ha presentato una denuncia nei confronti dei partecipanti all'adunata e la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni. che ha parlato di «nostalgia pericolosa. Anche oggi quel gesto ha un significato. Non è solo rievocazione storica. Spero che dalla magistratura sia ribadita una condanna assoluta».

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