Michele Jocca, morto il fumettista che disegnò i cartelli stradali: ecco cosa lo ispirò per le illustrazioni della natura

Jocca se ne è andato l'altro giorno a 97 anni, in una Rsa di Roma ma con l'Abruzzo sempre nel cuore

Michele Jocca, morto il fumettista che disegnò i cartelli stradali: ecco cosa lo ispirò per le illustrazioni della natura
di Angelo De Nicola e Federica Farda
4 Minuti di Lettura
Martedì 11 Luglio 2023, 06:44

Negli ultimi decenni, le strade italiane hanno subito un notevole miglioramento grazie all'ingegno e alla determinazione di un uomo di cui pochi conoscevano il nome. Si chiamava Michele Jocca ed è considerato il "padre" della segnaletica stradale italiana, ha lasciato un'impronta indelebile, e pure più creativa, sulla sicurezza e l'efficienza delle nostre strade. Jocca se ne è andato l'altro giorno a 97 anni, in una Rsa di Roma ma con l'Abruzzo sempre nel cuore. Legatissimo alla sua Calascio, dove sorge la fotografatissima "Rocca" che ha ospitato tantissimi film tra cui l'indimenticabile "Ladyhawke" con Michelle Pfeiffer. Nato a Calascio nel 1925, ha dedicato parte della sua vita allo studio e allo sviluppo di un sistema di segnaletica stradale che potesse essere facilmente comprensibile e intuitivo per tutti gli automobilisti.

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LE IDEE

I cartelli, che nessuno immaginava potessero avere un autore, sono tutti ispirati dalla sua terrà natia: la mucca per segnalare il pericolo di attraversamento animali era la stessa vista tante volte nei paesi della Baronia di Carapelle, idem per il cervo che identifica l'analoga attenzione alla fauna selvatica, mentre l'alberello con il fiammifero si rifà ai bonsai naturali piegati dal vento che popolano il "piccolo Tibet d'Abruzzo". Fin dai suoi primi anni di carriera, Jocca ha dimostrato un approccio innovativo nel campo della segnaletica stradale. Ha introdotto un sistema di cartelli con simboli chiari e facilmente comprensibili, che permettevano agli automobilisti di interpretare le indicazioni stradali in modo rapido ed efficiente. E grazie a questa intuizione, la guida sulle strade italiane è diventata meno complicata e più sicura. Uno dei maggiori successi di Jocca è stata l'idea dei pannelli a messaggio variabile (Pmv), che forniscono informazioni aggiornate in tempo reale agli automobilisti. Grazie a questa innovazione, gli automobilisti possono prendere decisioni più consapevoli sulla strada, evitando potenziali pericoli e ingorghi.

IL RITRATTO

Una vita avventurosa, la sua. Nel 1937 con la famiglia si trasferì a Roma dove, crescendo, si interessò al disegno artistico; su pressione del padre si iscrisse però alla scuola per geometri; nel 1943, per sfuggire alla guerra, si rifugiò con la famiglia a Calascio diventando anche renitente alla leva e venendo per questo condannato a morte; dopo pochi mesi rientrò a Roma dove restò nascosto in casa. Grazie all'amicizia con un giornalista del Messaggero, Giulio Tirincanti, conobbe i fratelli Palombi, editori di opere artistiche, per i quali disegnò illustrazioni per alcuni volumi. Poi collaborò alle riviste Carosello e Campanello. Nel Dopoguerra completò gli studi da privatista e si iscrisse alla facoltà di architettura che però abbandonò senza concluderla per dedicarsi ai fumetti. In questo periodo collaborò alla realizzazione delle testate Bambola e Lupettino, realizzando serie come Crestarossa, scritta da Eros Belloni. Nel 1952, durante il servizio militare a Pinerolo, conobbe l'editore torinese Paravia per il quale realizzò illustrazioni per un romanzo; nel 1953 interruppe la collaborazione con Bambola per passare ad Amichetta fino al 1957. Ma a causa degli scarsi guadagni, accettò un posto come impiegato al Genio Civile dove resterà fino alla pensione nel 1990; da allora continuò a collaborare con alcuni editori firmandosi Nat, dal nome della moglie, anche attraverso alcune agenzie e con lo studio di Sergio Rosi.

LA SFIDA

Mentre era impiegato al Genio Civile, conoscendone le doti da disegnatore, a Michele Jocca venne chiesto di realizzare alla fine degli anni Cinquanta la nuova segnaletica stradale per il nuovo Codice della strada che sarebbe stato promulgato nel 1959.
«Ma era Calascio - come ricorda il sindaco del paese, Paolo Baldi- la sua vera passione. È suo il primo rilievo della fortezza della Rocca come della Madonna della Pietà, lo studio delle relazioni delle varie torri e fortificazioni, la loro funzione e il perché del loro posizionamento in punti strategici.
Sono suoi innumerevoli lavori che illustrano gli angoli del paese, uno studio rimasto unico sulle chiese di Calascio, studi di botanica e progetti museali. È sua anche una ricerca continua ed incessante sulla memoria storica e sulle cronache anche minori del paese. Tutto ciò che poi confluì nel volume, pubblicato alcuni anni fa e dedicato a Calascio». Funerale e tumulazione stamattina alle 11 nel borgo natìo.

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